Anche l’azienda Yazaki di Grusgliasco ha deciso di seguire la scia dei licenziamenti di massa tramite videochiamata
Solo di recente, ha fatto scalpore la notizia di un imprenditore statunitense che ha licenziato oltre 900 persone tramite una videochiamata su Zoom. Ad oggi c’è un’azienda che sta seguendo le sue orme: nel corso di una videochiamata su Microsoft Teams, la filiale italiana Yazaki ha licenziato tre dipendenti, due dei quali di Grugliasco, delocalizzando la sua attività in Portogallo. Il terzo dipendente era in forza a Pastorano, in provincia di Caserta. La società multinazionale si occupa della produzione e commercializzazione di cablaggi e sistemi di distribuzione elettrica per autoveicoli.
Tutti i dipendenti licenziati hanno più di 40 anni e lavoravano in smart working svolgendo mansioni aministrative. e lavorano in smart working come amministrativi. Una di loro è una mamma separata di 50 anni rappresentante sindacale RSU della Fisascat Cisl di Torino.
La reazione dei sindacati al licenziamento in videochiamata della Yazaki di Grugliasco
“Nulla è valso aver lavorato con ritmi ed orari improponibili in piena emergenza sanitaria. Nulla è valso neanche aver ricevuto ampie rassicurazioni sul futuro dell’azienda in Italia durante l’incontro sindacale del 10 settembre”, hanno dichiarato Fisascat e Filcams, richiedendo “l’immediata apertura del confronto con le organizzazioni sindacali al fine di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti”.
“Sono stati chiamati all’improvviso dai responsabili italiani dell’azienda, dicendo che era stato deciso così a livello europeo e che loro non potevano farci niente e li hanno licenziati. Avevamo avuto rumors di chiusure e problemi dalla Germania, essendo Yazaki una multinazionale, ma all’incontro del 10 settembre l’azienda ci aveva rassicurato, dicendo che erano voci prive di fondamento”, ha raccontato alla redazione del Corriere Stefania Zullo della Fisascat Cisl Torino.
“Nel 2021 Yazaki Italia ha fatto un solo giorno di cassa integrazione e ha chiuso il 2020 in utile. Tuttavia, nella comunicazione effettuata ai tre lavoratori, la società ha detto che l’emergenza sanitaria li ha colpiti. Nel licenziare i tre impiegati non ha preso neanche in considerazione l’ipotesi di ricollocarli al proprio interno“, ha concluso.