Le imprecazioni sono parte integrante della lingua italiana e vengono impiegate per esprimere emozioni come rabbia, sorpresa, paura e disgusto, ma anche per accentuare momenti di divertimento. Da sempre presenti nei dialetti e nella vita quotidiana, sono state oggetto di un’indagine condotta da Preply, che ha intervistato 1.558 abitanti di 19 grandi città italiane per scoprire dove siano più diffuse e contro chi o cosa vengano solitamente utilizzate. Ebbene, Torino è tra le prime 10 città italiane come numero di parolacce giornaliere.
Nella classifica delle città dove si impreca di più, Venezia si piazza in testa con 19 imprecazioni giornaliere, seguita da Brescia e Padova, entrambe con 17, e da Genova con 14. Torino, Firenze e Palermo si trovano al sesto posto con una media di 9 parolacce al giorno. Trieste e Roma scendono a 8 imprecazioni al dì, fino ad arrivare a Napoli con 6 e Taranto 5. I giovani sono i maggiori utilizzatori di imprecazioni, ma il numero diminuisce progressivamente con l’età.
Tra i destinatari delle parolacce, oltre a se stessi e ad amici, si trovano collaboratori, sconosciuti, sorelle e fratelli e genitori. Gli italiani tendono a evitare di utilizzare espressioni volgari in presenza di anziani, bambini o superiori, come dimostrano i torinesi. Non sono state considerate le bestemmie nella stima delle parolacce.
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