Torino. Lo scorso 21 febbraio 2023, la Polizia ha arrestato un cittadino magrebino, regolare sul territorio nazionale, sorpreso in possesso di circa 190 chilogrammi di hashish. Le attività investigative sono proseguite fino ad arrivare ad un maxi-sequestro di droga presso l’interporto “SITO” di Orbassano, vicino Torino. Gli investigatori della Sezione Antidroga della Squadra Mobile avevano intercettato un probabile arrivo di un ingente quantitativo di hashish, proveniente dalla Spagna.
Nel piazzale antistante al distributore di carburanti, gli agenti hanno riconosciuto un maghrebino, già noto alle Forze dell’Ordine per reati in materia di stupefacenti. L’uomo si aggirava con fare sospetto all’interno del parcheggio. Da quel momento la Polizia ha seguito i movimenti dello straniero, che subito dopo è salito a bordo di un furgone a noleggio allontanandosi da luogo. Dopo un pedinamento lungo la Tangenziale, all’altezza corso Regina Margherita, gli agenti hanno fermato il mezzo nei pressi di corso Tassoni per un controllo.
“La perquisizione del veicolo consentiva di rinvenire una pedana contenente numerosi sacchi di pellet provenienti da Malaga (Spagna), al cui interno erano stati occultati 190 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 50 e 100 grammi cadauno”, si legge nel comunicato della Polizia. Da qui l’arresto dell’autista.
“I successivi accurati ed approfonditi accertamenti eseguiti sul mittente e sul destinatario della pedana rinvenuta all’interno del predetto furgone, segnalati sulla bolla di accompagnamento della merce, consentivano di appurare che analoghi colli erano stati recentemente stoccati presso alcuni magazzini e di procedere conseguentemente all’ulteriore sequestro di oltre 1.500 chilogrammi della stessa sostanza stupefacente“, prosegue la nota.
“L’intero quantitativo, ammontante quindi a 1.700 chilogrammi di hashish, rappresenta uno dei più rilevanti sequestri di narcotico di questo tipo, operato dalla locale Sezione Antidroga. Il valore della sostanza sequestrata, al dettaglio, secondo gli attuali costi di mercato, avrebbe fruttato all’organizzazione criminale oltre 6 milioni di euro. Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e vige pertanto la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva”, conclude il comunicato.
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