Guardia di Finanza di Torino smaschera frode sul Reddito di Cittadinanza: 131 stranieri coinvolti
La Guardia di Finanza di Torino ha portato alla luce una frode milionaria nel sistema del Reddito di Cittadinanza: 131 stranieri coinvolti
Un’operazione complessa e dettagliata portata a termine dalla Guardia di Finanza di Torino ha messo in luce una vasta frode legata al Reddito di Cittadinanza. A novembre 2023, l’indagine ha raggiunto la sua conclusione, permettendo di scoprire che 131 stranieri, residenti tutti nel capoluogo piemontese, hanno percepito illecitamente un importo complessivo che sfiora i 1,7 milioni di euro.
L’indagine delle Fiamme Gialle
I militari del secondo nucleo operativo metropolitano hanno effettuato scrupolosi controlli incrociati utilizzando le banche dati a disposizione. Qui hanno selezionato le posizioni più sospette tra i beneficiari del Reddito di Cittadinanza. Un’ulteriore verifica sulle richieste di residenza inoltrate presso l’anagrafe comunale ha poi rivelato che i contributi erano stati ottenuti dall’Inps tramite dichiarazioni di residenza ultradecennale in Italia, che si sono rivelate essere false.
Frode sul Reddito di Cittadinanza: profili e irregolarità dei beneficiari
Le persone coinvolte, provenienti da vari paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina e, in un caso, dalla Svizzera, non erano nuove a pratiche illecite. Alcuni di essi avevano precedenti penali per reati contro il patrimonio e per spaccio di droga. Non mancavano neanche individui già destinatari di provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale. L’analisi dei casi ha mostrato che, in una circostanza, un beneficiario ha percepito il reddito di cittadinanza indebitamente per 37 mesi, incassando oltre 17.800 euro, mentre l’importo più cospicuo ammontava a circa 32.000 euro, corrispondenti a 30 mensilità.
Conseguenze legali
I 131 stranieri hanno quindi ricevuto una denuncia per aver presentato dichiarazioni false per l’ottenimento illecito del beneficio. Tale reato, se confermato, potrebbe comportare una pena detentiva da due a sei anni. Inoltre, le posizioni irregolari sono state segnalate all’Inps per interrompere i pagamenti. Informata infine la procura generale della Corte dei Conti del Piemonte in merito al danno erariale provocato dalle azioni illecite ipotizzate.