
La crisi dell’automotive colpisce anche i piccoli produttori di auto elettriche
Microlino a Torino: la città storica capitale dell’industria automobilistica, continua a essere al centro di una crisi che non risparmia nessuno, dai colossi come Stellantis ai produttori più piccoli. Questa volta, a farne le spese è la Microlino, la microcar elettrica ispirata all’iconica Isetta degli anni ’50. L’azienda ha annunciato lo stop della produzione almeno fino ad aprile, citando la carenza di componenti essenziali per l’assemblaggio. Tuttavia, la situazione del mercato racconta una realtà più complessa e problematica.
Il mercato delle microcar elettriche cresce, ma resta di nicchia
Non solo a Torino ma anche in italia la Microlino si inserisce in un settore ancora lontano dall’essere mainstream. Il mercato dei quadricicli elettrici, guidabili dai 16 anni, ha registrato un incremento del 25%, con modelli come la Fiat Topolino e la Citroën Ami che stanno guadagnando popolarità. Tuttavia, i numeri restano contenuti: nel 2023 si sono vendute appena 21mila unità in Italia e 43mila in tutta Europa.
Nonostante il lancio della versione Spiaggina al Salone di Parigi e un obiettivo dichiarato di 30mila unità prodotte all’anno, la Microlino non ha mai reso noto il numero effettivo di veicoli venduti. Oggi, questo traguardo sembra irraggiungibile, aggravato da una domanda ancora troppo debole per giustificare volumi produttivi elevati.
Produzione ridotta e tagli al personale: il futuro di Microlino è incerto
La situazione produttiva della Microlino è precipitata rapidamente: la capacità giornaliera è crollata da 25 a 6-7 unità, costringendo l’azienda a fermare la produzione e a ridurre il personale da 100 a 67 dipendenti. Claudio Nota della FIM CISL ha espresso preoccupazione per il futuro dell’azienda, suggerendo che l’uso di contratti di solidarietà potrebbe essere una soluzione migliore rispetto alla cassa integrazione, soprattutto considerando le difficoltà previste per tutto il comparto nel 2025.

Le critiche alla politica europea: i piccoli veicoli elettrici penalizzati
La famiglia Ouboter, a capo della Micro Mobility System – azienda svizzera azionista di maggioranza della Microlino – ha attaccato le politiche di sussidi europee. Secondo loro, Bruxelles favorisce i SUV elettrici, con batterie di grande capacità e costi elevati, lasciando in secondo piano i piccoli veicoli elettrici più efficienti. “I SUV elettrici mastodontici dominano il mercato grazie ai sussidi, mentre le microcar non ricevono alcun supporto”, hanno dichiarato.
Va però sottolineato che la Microlino parte da un prezzo base di circa 21mila euro, un costo che la rende meno competitiva rispetto ad altre alternative più economiche. La combinazione di prezzi elevati, incentivi insufficienti e una domanda ancora limitata mette a rischio il futuro di questa scommessa sulla mobilità sostenibile…forse andrà meglio all’idrogeno? Su H2motors.it le ultime novità.