I timori della Terza Guerra Mondiale si sono accesi in tutto il mondo dopo che i combattenti talebani hanno conquistato la capitale dell’Afghanistan. Il mondo intero sta già combattendo un nemico comune: il Coronavirus. Tuttavia ora, con centinaia di migliaia di persone in fuga da Kabul, molti temono che un conflitto di dimensioni titaniche possa essere all’orizzonte. Ma dove è più probabile che scoppi la Terza Guerra Mondiale nel 2021? Alcuni analisti internazionali hanno risposto a questa domanda.
Come appena accennato e secondo quanto si evince dai recenti fatti di cronaca, il luogo più probabile dove potrebbe scoppiare la Terza Guerra Mondiale è l’Afghanistan. La nazione è in uno stato di crisi dopo che i combattenti talebani hanno preso d’assalto la capitale. Kabul è stata l’ultima grande città del paese a cadere e ancora possiamo assistere alle scene di panico in tutta la regione. Il presidente americano Joe Biden ha difeso la sua decisione di ritirarsi dall’Afghanistan, ammettendo che gli eventi si sono sviluppati più velocemente di quanto pensasse.
Le truppe statunitensi si sono ora ritirate dall’Afghanistan e i Talebani hanno definito la nazione uno stato “libero e sovrano”, descrivendo la partenza delle truppe americane come “storica”. Biden ha comunque annunciato vendetta per i soldati americani recentemente uccisi all’aeroporto di Kabul, anche se il reale obiettivo di una probabile guerra potrebbe risiedere nelle risorse di terre rare, di cui la Cina sembra già aver stretto accordi con i Talebani.
La Corea del Nord sembra essere intenzionata a creare fratture tra Joe Biden e i suoi alleati. Edward Howell, un esperto di relazioni tra Stati Uniti e Corea del Nord all’Università di Oxford, ha affermato che la RPDC rimane una minaccia per la sicurezza USA, poiché Pyongyang sembra mostrare “ben poca intenzione” di abbandonare il suo programma nucleare, avvertendo che la completa denuclearizzazione della penisola coreana appare “estremamente irrealistica e improbabile”.
Il dottor Jeffrey Lewis, dell’Istituto di Studi Strategici di Middlebury, ha recentemente dichiarato: “Dovremo vivere con la capacità della Corea del Nord di colpire gli Stati Uniti con armi nucleari”. Di recente, Kim Jong-un ha riferito che si sta preparando per un “confronto militare” con gli USA. “Pyongyang dovrebbe essere pronta sia al dialogo che al confronto con Washington”, ha dichiarato.
Taiwan non fa più parte della Cina fin dal 1949, ma il partito di governo cinese ha ripetutamente giurato di riprenderla con la forza, se necessario, entro il 2050. Secondo il Daily Beast, Washington ha persuaso le forze taiwanesi pro-separatiste a non dichiarare l’indipendenza, mentre ha dissuaso Pechino a non prendere l’isola con la forza Si pensa che la dichiarazione formale di indipendenza sarebbe il probabile innesco di un potenziale conflitto. Pechino continua a mettere in scena giochi di guerra al largo della costa dell’isola. Queste azioni sono ampiamente viste come una “prova generale” per un’invasione.
Le navi della marina hanno intensificato le esercitazioni nello Stretto di Taiwan e le portaerei pedinano regolarmente le navi statunitensi nel Mar Cinese Meridionale. Nel frattempo, Washington sta modernizzando la sua flotta nucleare, mentre la Cina sta sviluppando ed espandendo il suo arsenale. “C’è preoccupazione dappertutto, certamente lo sviluppo sulla Cina che costruisce rapidamente ulteriori silos per missili balistici intercontinentali è una preoccupazione, così come la continua mancanza di trasparenza da parte della Cina sulla sua forza nucleare, le politiche e i piani futuri”, ha dichiarato alla redazione di The Sun il direttore per la politica di disarmo e riduzione della minaccia presso l’Associazione per il controllo delle armi, Kingston Reif.
Il controllo nucleare dell’ONU ha detto che l’Iran continua a produrre uranio metallico. Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Mariano Grossi ha dichiarato che i suoi ispettori hanno confermato che l’Iran ha prodotto 200 grammi di metallo di uranio arricchito fino al 20%. Si ritiene che il peggioramento delle relazioni tra gli States e l’Iran possa avere serie conseguenze economiche, politiche e di sicurezza a livello globale.
Se le due nazioni dovessero scontrarsi, l’Iran potrebbe scegliere di bloccare lo stretto di Hormuz, attraverso il quale passa il 30% del petrolio mondiale. Questo provocherebbe un aumento dei prezzi globali del petrolio e potrebbe mettere a rischio le relazioni degli Stati Uniti con i loro alleati. Qualsiasi scoppio di guerra tra gli USA e l’Iran potrebbe anche vedere un’escalation di tensioni in altri paesi tra cui Siria e Yemen. Inoltre potrebbe provocare un aumento degli attacchi missilistici iraniani contro le truppe statunitensi in Medio Oriente.
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