Le richieste di pagare la tassa sull’ombra sono giunte ad Ativa, la concessionaria responsabile della gestione delle tangenziali e autostrade nel Torinese, da cinque Comuni dell’hinterland: Moncalieri, Collegno, Rivoli, Santena e Piscina. Questa imposta, che ammonta a circa 300.000 euro all’anno, rappresenta un contributo significativo alle casse comunali. Inizialmente, Ativa ha respinto la richiesta, ma in seguito sono arrivate lettere da società di riscossione agendo per conto dei Comuni. Queste lettere includevano richieste di regolarizzare la situazione, diffide e minacce di pignoramento. L’esito di questa situazione è stato un ricorso agli avvocati, e ora spetta a un giudice decidere se questa imposta debba essere pagata o meno.
La tassa sull’ombra non è una novità assoluta; esiste da alcuni anni ed è applicata a discrezione dei Comuni come una forma di tributo per l’occupazione del suolo pubblico. In particolare, riguarda l’ombra proiettata su strade, marciapiedi, gradini e vie di proprietà comunale da manufatti privati. In altre parole, consente ai Comuni di imporre un prelievo fiscale per ogni metro quadrato di ombra generata da diverse strutture, tra cui tende da sole di negozi, impalcature temporanee di imprese edili, insegne pubblicitarie, cartelloni promozionali e altre installazioni simili.
Nel caso in questione, la controversia riguarda i viadotti gestiti da Ativa, che generano ombra su alcune aree pubbliche. La disputa ruota attorno alla questione se questi terreni siano demaniali e quindi facciano parte degli spazi che Ativa è chiamata a gestire. Come afferma il presidente della concessionaria, Giovanni Ossola: “Riteniamo che quei terreni siano demaniali e facciano parte degli spazi che siamo chiamati a gestire. Con i Comuni in questione ci siamo interfacciati più volte, poi però sono subentrate le società di riscossione.” È evidente che queste società hanno un interesse finanziario nell’incassare il massimo possibile, in linea con le percentuali previste nei contratti stipulati con gli enti di riferimento, e di conseguenza le loro azioni sono state decisamente aggressive.
La società Ativa ha segnalato un notevole volume di solleciti, diffide e minacce di pignoramento da parte delle società di riscossione. Questa situazione ha naturalmente coinvolto avvocati ed è diventata oggetto di contenziosi giuridici. Tuttavia, è importante notare che esistono sentenze contrastanti su questa materia nella storia giuridica.
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