Torino

Tangenziale est di Torino? Si farà, ma senza passaggio sotto il Po: il progetto

La Tangenziale est di Torino si farà, ma non ci sarà alcun passaggio sotto il Po: lo ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha dichiarato che la Tangenziale est di Torino si farà, ma senza la presenza di un passaggio sotto il Po. In questo 2023, la Città finanzierà un nuovo studio di fattibilità con 100.000 euro che dovrebbe aggiornare il progetto già presentato nel 2013. “Un’opera necessaria per decongestionare il traffico, ha dichiarato Lo Russo. 

“Noi oggi abbiamo un utilizzo urbano della Tangenziale, cioè un meccanismo di flusso in entrata e in uscita di area prettamente urbana, e poi abbiamo un traffico veicolare che di fatto scarica sull’anello tangenziale flussi di traffico che non entrano nella città. Questo secondo elemento, che nelle ore di punta rende in molti casi insostenibile il traffico sulla tangenziale, è uno degli oggetti che dovrebbe essere parzialmente risolto da questo nuovo raccordo che io chiamo Chieri-Chivasso”, ha proseguito il Primo Cittadino.

Immagine da: Google Maps

Una bretella di 30 chilometri tra Chieri e Chivasso

Questo progetto punta a collegare la Torino-Milano con la Torino-Piacenza e le autostrade del mare. “Daremo un ulteriore approfondimento alla fattibilità della struttura nel corso del 2023. In modo da avere compiutezza di informazioni relative agli elementi di carattere economico e paesaggistico. Non è più sul tavolo la suggestiva ipotesi che prevedeva l’attraversamento in area urbana. Chi ha seguito la vicenda ricorderà la proposta di tunnel sotto il Po, questa non è ipotesi sul tavolo della discussione. L’oggetto della discussione è la chiusura dell’anello tangenziale al di là della collina, nella parte esterna sulla direttrice Chieri-Chivasso e non Moncalieri-Settimo”, ha continuato Lo Russo.  

Le perplessità di Coldiretti

“La Città Metropolitana dimostra ancora una volta di non avere tra le proprie priorità politiche lo stop al consumo di suolo. Dalla variante 460 del Gran Paradiso, alla circonvallazione est di Carmagnola, al nuovo ponte di Carignano”, ha commentato il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici.

“Nella maggior parte dei casi ci pare che il primo impegno sia quello di rispolverare progetti di viabilità risalenti agli anni ’90 e 2000 per dimostrare che si “sbloccano” opere ma senza dimostrare un salto di qualità al passo con i tempi. Noi chiediamo che tra i primi criteri di ideazione di un nuovo progetto viario ci sia la sostenibilità di fronte alla piaga del consumo di suolo e al valore delle produzioni agricole”

Daniela Timotei

Specializzata in SEO copywriting, dopo gli studi comincia a scrivere per agenzie nazionali ed internazionali. È appassionata di benessere, bellezza, psicologia e cura di sé, ma anche mobilità, nuove tecnologie e sport. Dà il suo contributo in redazione dal 2020.

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