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Rifugiate ucraine picchiate da un soldato connazionale: “Credevo fossero russe”

Due rifugiate ucraine – madre e figlia – picchiate selvaggiamente in strada da un soldato connazionale nelle Alpi Marittime

Dopo essere fuggite dall’Ucraina devastata dalla guerra, Alina, 31 anni, e sua madre Olena, 54 anni, pensavano di essere al sicuro dalla violenza in Francia. Eppure, come ha raccontato la donna più giovane a Le Parisien, queste due rifugiate ucraine sono state picchiate selvaggiamente domenica 11 settembre 2022 a Roquebrune-Cap-Martin (Alpi Marittime) intorno alle 22.30 da un connazionale.

Quella sera, mentre la trentenne e sua madre passeggiavano tranquillamente lungo lo Chemin du Golfe Bleu, vicino al lungomare, Alina ha ricevuto un messaggio da una sua amica ucraina sul suo telefono. “Era una nuova canzone satirica che prendeva in giro la Russia”, ha ricordato la giovane donna proveniente dalla città di Izum, recentemente riconquistata, vicino a Kharkiv, nell’Ucraina orientale. La donna ha aperto il video ed ha attivato l’audio del suo smartphone.

Contemporaneamente, le due hanno incrociato un gruppo di quattro persone, composto da due uomini, uno dei quali “molto muscoloso”, una donna e un bambino, che parlavano in russo. In Ucraina, circa il 25% della popolazione è di lingua russa, soprattutto nella parte orientale del Paese.

“Ci hanno superato, ma pochi metri più avanti, mentre imboccavamo un’altra strada, ci siamo girate e abbiamo visto l’omone che veniva verso di noi”, ha spiegato Alina.

L’aggressore ha prima sferrato due pugni in faccia alla giovane ucraina, che è caduta sull’asfalto. “Poi si è avvicinato a mia madre e l’ha colpita tre volte, rompendole il naso. C’era sangue dappertutto”, ha ricordato con la voce tremante. L’uomo è poi fuggito e la giovane donna è riuscita a chiamare i soccorsi. Entrambe le rifugiate sono state ricoverate in ospedale a Mentone. Olena ha riportato la frattura del naso.

Immagine da: Facebook (PoliceNat06)

“Credevo fossero russe”

La Polizia si è subito messa sulle tracce del responsabile, individuandolo e arrestandolo poco dopo l’aggressione. L’uomo ha ammesso i fatti mentre era in custodia della Polizia, secondo una dichiarazione del pubblico ministero. È un militare e non si conoscono le ragioni della sua presenza in Costa Azzurra mentre il Paese è in piena guerra.

Durante l’udienza, ha spiegato di aver scambiato le due rifugiate ucraine per russe. Anch’egli di origine ucraina, sarà processato dal tribunale penale di Nizza il 17 novembre. Posto momentaneamente sotto sorveglianza giudiziaria, rischia tre anni di carcere e una multa di 45.000 euro.

Matteo Serani

Laureato in chimica, dopo alcune esperienze nel settore petrolchimico approdo nel mondo digital come Editor, coniugando la passione per il viaggio a quella per il web. Ho un forte interesse per il mondo dei motori a 360° gradi e in particolare una passione per le moto, aerei e vecchi diesel.

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