In occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, il 10 maggio del 1961, una raggiante Regina Elisabetta II d’Inghilterra scendeva presso la stazione di Porta Nuova a Torino accompagnata dall’inseparabile marito Filippo. La sovrana aveva già visitato Cagliari, Napoli, Roma, Firenze e Milano. Proprio ai piedi della Mole, incontrò Gianni Agnelli, altro personaggio storico del Novecento, il quale fece da Cicerone ai Reali d’Inghilterra mostrando proprio il quartiere di Italia 61.
All’epoca la Regina Elisabetta II aveva 34 anni e regnava da soli nove anni, dalla sua incoronazione del 6 febbraio 1952. Come ormai risaputo, rimarrà al trono per altri 61 anni, spegnendosi al settantesimo anno di regno, l’8 settembre 2022.
La Regina venne accolta con grande entusiasmo dai torinesi, salutati dai balconi di Palazzo Madama. «Nell’ultimo stadio del mio viaggio, sono venuta a Torino. Qui, come in ogni parte d’Italia, l’antico si fonde col moderno. La culla del Risorgimento è anche la sede di una delle più grandi industrie automobilistiche d’Europa», affermò.
Il sindaco dell’epoca, Amedeo Peyron accolse la sovrana con le seguenti parole: «Fu la vostra sensibilità a comprendere che non si poteva venire nel 1961 in Italia senza visitare Torino, città del Risorgimento». La risposta di Elisabetta II rispose sorridendo: «È un piacere particolare essere in questa città storica nel centenario dell’Indipendenza e Unità italiana».
«I nomi di Vittorio Emanuele, di Cavour, di Mazzini e di Garibaldi occuperanno sempre un posto speciale nella nostra considerazione. Qui in Piemonte, nella culla dell’Unità italiana, Cavour studiò le forme della democrazia britannica e noi siamo orgogliosi di ricordare che due volte nella sua vita Mazzini trovò rifugio nel nostro Paese. E siamo non meno orgogliosi di quel piccolo gruppo di inglesi che combatté sul campo a fianco dello stesso Garibaldi».
Mentre guardava affascinata le meraviglie del capoluogo sabaudo e salutava con un gran sorriso la folla, la sovrana disse all’allora ministro Pella: «Quanta gente. Quanti applausi. Sembrano sinceramente contenti di vedermi. Eppure, mi avevano avvisato che la popolazione torinese è nota per il suo riserbo». Il ministro Pella le rispose: «Maestà, i torinesi, è vero, si controllano, ma sono sempre sinceri nel manifestare i loro sentimenti. È gente leale. E so che, ancor prima di vedervi, già vi avevano in simpatia».
La Regina terminò la sua visita con queste parole: «Possiamo voltarci a guardare la storia dei nostri due Paesi, uniti in tanti momenti in pace e in guerra e possiamo anche guardare avanti a noi e adoperarci per un futuro in cui la libertà ed il progresso economico e sociale procedano di pari passo. Nel ringraziarla, signor Sindaco, ringrazio tutto il popolo italiano che ci ha dimostrato una così calda simpatia e ospitalità. Lasciamo l’Italia, col rimpianto che la nostra visita sia terminata, ma pieni di meravigliosi ricordi».
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