Individuato un preoccupante caso di peste suina africana (PSA) nel territorio di Ovada, in Piemonte. L’assessore alla Sanità della Regione, Luigi Genesio Icardi, ha prontamente attivato le procedure di emergenza a seguito della conferma ricevuta dal Centro di referenza nazionale per le pesti suine (Cerep) dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche, a seguito del riscontro dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’istituto ha infatti segnalato un caso di infezione di peste suina africana in un cinghiale rinvenuto morto nella zona di Ovada.
“Sono in corso le riunioni con i Servizi veterinari territorialmente competenti, le Autorità di gestione forestale e con i Settori ambientali e faunistico venatori. Come previsto dal Piano nazionale per le emergenze di tipo epidemico, è stato avviato l’insediamento delle Unità di crisi a livello locale, regionale e nazionale per l’adempimento delle azioni previste dal manuale operativo e dalle norme specifiche in materia“, ha dichiarato l’assessore Icardi. “Nelle prossime ore verranno definite la “zona infetta” e la “zona di sorveglianza”, con le relative prescrizioni. Stiamo agendo con la massima tempestività, l’immediata e coordinata attuazione delle misure di controllo nei suidi selvatici risulta fondamentale nel tentativo di confinare ed eradicare il più possibile la malattia“.
Secondo quanto descritto dalla stessa Regione Piemonte all’interno del comunicato ufficiale, la PSA è “una malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce solo i suidi domestici e selvatici causando un’elevata mortalità”.
A livello mondiale esistono oltre venti genotipi del virus, ma al momento ce ne sono solo due al di fuori dal continente africano. Il genotipo I si limita nella zona della Sardegna, mentre il genotipo II è al centro del recente fenomeno epidemico iniziato nel 2007 in Georgia. Questo si è diffuso in diversi paesi europei come Polonia, Lettonia, Lituania, Estonia, Ungheria, Serbia, Repubblica Ceca, Romania, Belgio, Slovacchia, Grecia, Germania. Di recente, ha perfino raggiunto la Cina ed altri paesi dell’Asia.
Il virus della peste suina africana è molto resistente ad un ampio range di pH e temperature. Può perdurare per anni nella carne congelata e riuscire a rimanere infettivo per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate sul territorio. Diventa inattivo solo dalla cottura o con l’uso di particolari disinfettanti.
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