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Pastiglie di iodio contro il rischio nucleare: quando è necessario?

Con la guerra tra Ucraina e Russia e gli scontri sempre più vicini alle centrali nucleari, in Europa è boom di domande di pastiglie di iodio

La guerra tra Ucraina e Russia e i vari scontri a Chernobyl e alla centrale di Zaporizhzhia hanno inevitabilmente provocato l’incubo di una possibile guerra nucleare o di un eventuale disastro a una delle centrali. La preoccupazione in Europa è aumentata al punto da far registrare un boom della domanda di pastiglie a base di iodio, note per le loro proprietà anti-radiazioni. Ma quando è necessario assumere queste compresse e come? A queste domande ha risposto il presidente dell’Associazione medici endocrinologi (Ame), Franco Grimaldi.

Immagine da: Pixabay

“Lo iodio riveste dunque un ruolo centrale nella fisiologia della ghiandola tiroidea. Il suo apporto viene assicurato all’organismo mediante composti iodati contenuti nel cibo, sale, acqua e preparazioni vitaminiche. Assumere un eccesso di iodio non radioattivo, sotto forma di ioduro di potassio può ridurre, fino a bloccare, l’accumulo dello iodio radioattivo all’interno della tiroide”, ha spiegato il dottor Grimaldi all’Adnkronos Salute.

Pillole di iodio come rimedio anti-radiazioni: va bene il fai-da-te?

Assolutamente no al fai da te, sottolinea il dottor Grimaldi. “Assumere pastiglie allo iodio per proteggersi da eventuali radiazioni nucleari è sbagliato e rischioso. La tiroide ha un meccanismo di autoregolazione per cui utilizza lo iodio per produrre gli ormoni tiroidei necessari all’organismo. Tuttavia, se arriva troppo iodio si blocca e si satura, con conseguenze pericolose. Inoltre, “in Italia non esiste un farmaco commercialmente disponibile a base di ioduro di potassio”.

Ad ogni modo, c’è un piano per ridurre il rischio da esposizione alle radiazioni. “A causa dei gravi incidenti nucleari del passato ora siamo preparati. L’OMS ha predisposto linee guida con l’obiettivo di sostenere la preparazione e l’organizzazione degli Stati su argomenti di sanità pubblica, come le emergenze radioattive. Nel dettaglio viene prescritta una soluzione di Lugol al 5%, preparata in farmacia e previa presentazione di ricetta. La dose è di 7 gocce tre volte al giorno, che possono essere assunte con gli alimenti”.

Giulia Fogli

Collaboro con NDW dal 2021. Mi appassiona raccontare storie e occuparmi di cronaca, fatti ed eventi della la mia città. Amo occuparmi ogni giorno di cose nuove, scoprirle, approfondirle e mettermi alla prova. Ho un debole per i racconti horror e i film thriller.

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