Nella splendida città di Torino – tra corso Francia, corso Monte Grappa, via Borgosesia e via Asinari di Bernezzo – sorge il Parco della Tesoriera. Si tratta di un giardino di circa 75.000 metri quadrati con un vasto patrimonio vegetativo in cui si possono trovare specie particolari come la quercia rossa, che ha origine in estremo oriente, ma anche piante più comuni come l’acero o il faggio.
Il Parco ospita una villa inaugurata dal 1715 e realizzata dall’architetto Jacopo Maggi. Decorata da affreschi in stile barocco, la struttura è nota come “La Tesoriera” poiché di proprietà del Consigliere di Stato e tesoriere Aymo Ferrero di Cocconato che aveva acquistato i terreni nel 1713. Si dice che proprio in occasione dell’inaugurazione piantarono un albero, presente tutt’oggi e considerato il più antico della città di Torino.
Questo imponente albero è un platano che sfoggia un’altezza di oltre 25 metri ed un tronco nodoso con una circonferenza di oltre 6 metri. Il suo nome specifico è “Platanus acerifolia”. Come appena accennato, sembra che il “nonno” di Torino possa esser stato piantato nel 1715, ma altre fonti credono che la data del suo arrivo risalga al 1797.
In entrambi i casi, il platano mantiene il suo primato come albero più antico della città, con oltre 200 anni di storia. Si dice che nei suoi dintorni, di notte, vaghino le anime inquiete di alcuni fantasmi. Per questo il Parco della Tesoriera è noto anche come “Il Giardino del Diavolo“.
Secondo alcune voci, sembra che di notte sia possibile imbattersi nei fantasmi di un nobile vestito di nero in sella a un cavallo scuro e una donna vestita di bianco, dai lunghi capelli. Questi dovrebbero essere gli spiriti di Aymo Ferrero di Cocconato e della sua amante Josephine.
La leggenda narra che sul tesoriere pendeva un ordine reale per un’accusa di furto, con conseguente confisca dei suoi beni, inclusa la Villa della Tesoriera. Prima dell’arrivo delle guardie, il tesoriere, completamente impazzito, cercò la sua amata Josephine. La donna, spaventata, si nascose in un armadio.
Quando arrivarono, le guardie reali trovarono il tesoriere semicarbonizzato a terra. L’uomo aveva scelto la morte piuttosto che sottostare al volere del Re. Di Josephine, invece, non ci fu mai più alcuna traccia. Ancora oggi si sa se riuscì a fuggire o se anche lei andò incontro ad un tragico destino. Da allora, ogni notte, il tesoriere torna nei giardini in sella al suo destriero, pronto a rincorrere Josephine, per sempre condannata a fuggire dalle sue grinfie.
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