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Papa Francesco: l’intervista da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa

Papa Francesco ha partecipato ad un’intervista con Fabio Fazio al programma RAI “Che Tempo Che Fa”

«Buonasera e grazie di questo incontro, mi piace tanto. Vedo tanta gente che sopporta cose brutte, quotidiane, che nella propria debolezza sopporta difficoltà familiari, economiche, chi non arriva a fine mese. Io non sopporto tanto, sopporto come tutta la gente. E non sono solo, c’è tanta gente che mi aiuta, tutta la Chiesa, gli impiegati accanto a me. Ho uomini e donne brave che mi aiutano, non sono un campione di peso che sopporta le cose, sopporto come quasi tutta la gente sopporta», esordisce così Papa Francesco nell’intervista condotta da Fabio Fazio al programma RAI “Che Tempo Che Fa”, in merito alla domanda su come faccia a sopportare il peso della guida della Chiesa.

La guerra e i migranti

Il conduttore prosegue parlando del dramma dei migranti: «C’è un problema di categorizzazione. Al primo posto in questo momento, mi spiace dirlo, ci sono le guerre. La gente è al secondo posto. Pensiamo ad esempio allo Yemen, da quanto tempo soffre una guerra e da quanto tempo si parla dei bambini dello Yemen. Si tratta di un esempio chiaro e non si trova soluzione ad un problema che c’è da anni, sette se non dieci».

«Quello che si fa con i migranti è criminale. In Libia ci sono lager controllati dai trafficanti. Uso la parola lager. Cosa soffrono nelle mani dei trafficanti coloro che vogliono fuggire. Ci sono filmati, se volete vederli sono nella sezione migranti e rifugiati del dicastero per lo sviluppo umano. Soffrono e rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo. Alcune volte sono respinti perché qualcuno che ha la responsabilità locale dice “no, qui non vengono”. Ci sono queste navi che girano cercando un porto: no, muoiano sul mare. Ogni Paese deve dire quanti migranti può accogliere, è un problema di politica interna. C’è l’Unione europea, bisogna mettersi d’accordo, trovando un equilibrio in comunione».

«I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi e integrati nella società. Quest’ultimo punto è molto importante. Ci sono Paesi che col calo demografico che vivono hanno bisogno di più abitanti, un migrante integrato aiuta quel Paese. Dobbiamo pensare a una politica migratoria continentale, è una responsabilità nostra. Questo è realismo puro».

I problemi del mondo

L’intervista a Papa Francesco prosegue con temi molto importanti a livello globale, come l’ambiente. «Stiamo già vedendo gli effetti della mano dell’uomo, con i cambiamenti climatici. Pensiamo all’Amazzonia: deforestazione significa meno ossigeno, cambiamento climatico, morte della biodiversità e uccisione della Madre Terra. I pescatori di San Benedetto del Tronto hanno trovato, in un anno, tantissima plastica in mare. Poi sono tornati qualche tempo dopo, la quantità era il doppio. Loro però recuperavano la plastica per salvare il mare e la biodiversità. Buttare la plastica in mare è criminale, prendersi cura del Creato è una cosa che dobbiamo imparare».

Per quanto riguarda la società, invece, il Pontefice ha espresso preoccupazione per i più giovani: «C’è molta violenza, molta aggressività, molto bullismo. L’aggressività di per sé non è negativa, ma va educata. C’è un’aggressività distruttiva che inizia con la lingua, il chiacchiericcio, in grado di distruggere l’identità, le famiglie e comunità. Se hai un problema con qualcuno, o lo tieni per te o glielo vai a dire in faccia».

«Ai giovani genitori chiedo sempre se giocano con i figli: molti di loro non hanno veramente il tempo, ma non dobbiamo aver paura di seguirli e star loro vicini. I genitori devono essere complici dei figli, ma che sia una complicità genitoriale in cui entrambe le figure crescono insieme».

Le domande più profonde dell’intervista di Papa Francesco: Meritano tutti il perdono? E perché i bambini soffrono?

Una domanda cruciale di Fabio Fazio: «Ci sono dei casi di persone che non meritano il perdono e la misericordia di Dio?». La replica del Santo Padre è stata piuttosto esaustiva: «Dio ci ha fatto buoni ma liberi, quella libertà può fare tanto bene ma anche tanto male. Siamo padroni delle nostre decisioni. Dirò qualcosa che scandalizzerà, ma la capacità di essere perdonato è un diritto umano concesso direttamente da Dio. Chi chiede perdono, ha il diritto di essere perdonato: questo è importante, non dimentichiamocelo. Il padre del figliol prodigo lo aspettava per perdonarlo, lui aveva il diritto di essere perdonato ma non lo sapeva e per questo titubava».

«Una domanda che mi turba è: ‘perché soffrono i bambini?‘ Non riesco a spiegarmelo, non c’è risposta. Dio è forte e onnipotente, ma nell’amore. L’odio e la distruzione sono nelle mani di un altro che, per invidia, ha seminato il male nel mondo. Quando i bambini soffrono, non dobbiamo chiederci perché, ma dobbiamo soffrire con loro. Questo l’ho imparato da Dostoevskij»., ha proseguito Papa Francesco.

«Con il male non si parla, dialogare con il male è pericoloso. Un dialogo col male è una cosa brutta. Il male peggiore della Chiesa è la mondanità spirituale, che fa crescere il clericalismo, una perversione della Chiesa. Il clericalismo genera rigidità e sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre. L’ideologia prende il posto del Vangelo».

Il potere della preghiera

In merito alla storica immagine del Papa che prega da solo in piazza San Pietro nel 2020, nel pieno del Lockdown dovuto alla pandemia di Coronavirus. «Pregare significa guardare i propri limiti, bisogni e peccati. Pregare è entrare con la forza, oltre gli orizzonti. Se ci abituiamo a rivolgerci a Dio chiamandolo papà, siamo sulla strada giusta. Pregare è come un bambino nella fase dei perché. L’importante non è la risposta, l’importante è guardarli».

«Ho bisogno delle preghiere, chiedo a chi crede di pregare per me. E a chi non crede, di mandarmi buoni pensieri, buone vibrazioni. Voglio ricordare la scena di un film del Dopoguerra, credo con Vittorio De Sica che leggeva le mani e chiedeva 100 lire. Ecco, io vi chiedo 100 preghiere», ha concluso il pontefice.

Giulia Fogli

Collaboro con NDW dal 2021. Mi appassiona raccontare storie e occuparmi di cronaca, fatti ed eventi della la mia città. Amo occuparmi ogni giorno di cose nuove, scoprirle, approfondirle e mettermi alla prova. Ho un debole per i racconti horror e i film thriller.

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