La corsa alla successione di Chiara Appendino come sindaco di Torino ha un primo contendente: si tratta dell’imprenditore vinicolo Paolo Damilano. Dopo settimane di voci che lo volevano prossimo alla candidatura.
L’industriale ha deciso ieri di scogliere le riserve e di diventare il competitor civico del centrodestra per la tornata elettorale prevista questa primavera.
Molte le voci che plaudono al gesto di Damilano, prima fra tutte quella del segretario cittadino della Lega Fabrizio Ricca: “La scelta di Paolo Damilano di mettersi a disposizione della comunità e della città di Torino è un’ottima notizia – ha spiegato sui social l’esponente del Carroccio -. Quando una società civile che ha saputo ottenere tanto con il suo lavoro decide di condividere le sue competenze ne guadagna la democrazia”.
La notizia, invece, è stata accolta con disappunto e con nervosismo da parte del centrosinistra, che non ha ancora trovato uno sfidante da contrapporre alla destra. “È evidente che non esistono operazioni civiche appoggiate da Lega e Fratelli d’italia, due partiti che peraltro in Piemonte non hanno l’aria rassicurante di uno Zaia ma l’arroganza inconcludente di un Salvini – afferma il segretario regionale del PD Paolo Furia -. Non esiste l’imprenditore prestato alla politica, ma una politica cinica che usa l’imprenditore per rendersi presentabile”.
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