L’iniziativa del Comune di Torino di installare nuove telecamere per il controllo delle corsie preferenziali solleva diverse questioni in termini di efficacia e privacy. Sebbene l’obiettivo dichiarato sia quello di facilitare e velocizzare il transito di bus e tram, nonché migliorare la sicurezza nelle aree pedonali e nella Zona a Traffico Limitato (ZTL), rimangono dubbi sull’effettivo impatto di queste misure sulla vita quotidiana dei cittadini.
Il piano prevede una spesa di un milione e mezzo di euro l’aggiunta di nuovi punti di accesso oltre alle cinque telecamere già esistenti in diverse aree della città. Questo include l’installazione di dispositivi più moderni in sostituzione di alcuni vecchi impianti nella ZTL centrale. I nuovi punti di accesso saranno situati in varie località: al Monte dei Cappuccini; nelle zone pedonali di Crocetta e in via Vibò; nelle strade di Fiano, Corio, Musinè, San Rocchetto, Rocciamelone e Borgo Vecchio nel quartiere Campidoglio.
Inoltre, saranno posizionati sulle corsie riservate agli incroci dei corsi Vittorio e Re Umberto verso piazza Rivoli, tra i corsi Vittorio e Cairoli diretti al centro, tra il ponte Sommeiller e via Sacchi, in via Vanchiglia vicino via degli Artisti, e lungo i percorsi delle due nuove linee di Bus Rapid Transport (BRT Linea 2 e 5), come parte del nuovo piano di trasporto.
La promessa di rendere più fluido il trasporto pubblico tramite telecamere potrebbe non essere così semplice da realizzare. Il monitoraggio costante delle corsie preferenziali potrebbe portare a una maggiore congestione del traffico in altre aree, spostando di fatto il problema anziché risolverlo. Inoltre, la presenza di telecamere potrebbe creare una sensazione di sorveglianza costante tra i cittadini, sollevando preoccupazioni legate alla privacy e alla libertà individuale.
Sebbene il progetto includa l’installazione di nuovi varchi e la sostituzione di impianti obsoleti con tecnologie avanzate, queste azioni potrebbero non essere sufficienti per affrontare complessivamente i problemi di mobilità urbana. L’investimento in tecnologie di sorveglianza solleva interrogativi sull’allocazione delle risorse pubbliche, specialmente quando ci sono altre aree critiche, come la manutenzione delle infrastrutture stradali e il miglioramento dei servizi pubblici, che potrebbero beneficiare di maggiori finanziamenti.
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