La richiesta della sinistra: numeri identificativi sui caschi dei poliziotti per “trasparenza” durante le manifestazioni
Il dibattito riguardo l’obbligo di mettere numeri identificativi sui caschi dei poliziotti torna prepotentemente alla ribalta in Piemonte. Dopo le recenti tensioni e gli scontri avvenuti con gli studenti, la classe politica, in particolare la sinistra, attraverso la voce della consigliera Francesca Frediani (Unione Popolare) e del Partito Democratico, sollecita l’introduzione di questa misura. La loro richiesta è chiara: garantire che ogni agente sia riconoscibile durante le manifestazioni pubbliche.
La posizione della maggioranza e della Lega: proteggere l’immagine delle forze dell’ordine
Nonostante queste pressioni, la maggioranza politica non sembra intenzionata a presentare tale richiesta in Parlamento, l’unico organo competente a decidere. Stefano Allasia, esponente della Lega, esprime una forte opposizione all’idea, considerandola un tentativo di umiliare le forze dell’ordine. Ha ricordato un episodio personale, quando durante un corteo della Lega, ricevette una manganellata. Tuttavia, ha tenuto a precisare che mai avrebbe incolpato gli agenti per quell’evento, riconoscendo la loro responsabilità nel far rispettare regole e protocolli.
Il presidente del Consiglio regionale ha inoltre sottolineato che le forze dell’ordine operano seguendo protocolli ben precisi e non dovrebbero essere dipinte in maniera distorta da alcune fazioni politiche. Questo, ha aggiunto, danneggia l’autorevolezza del loro ruolo.
“Quest’oggi ho convintamente votato contro una mozione e due ordini del giorno presentati dalle opposizioni comuniste che difendevano i violenti e abusivi”, ha dichiarato Andrea Cerutti , Consigliere Regionale del Gruppo Lega Salvini Piemonte
“Sarò sempre dalla parte della legalità, delle forze dell’ordine, contro le occupazioni abusive di collettivi studenteschi e antagonisti e contro la demagogia della sinistra che non ha mai espresso parole di solidarietà quando a subire attacchi di ogni genere e tipo davanti alle università sono stati i movimenti giovanili della Lega”.
