Multe generate dai T-Red: il caso record di un torinese “perseguitato”

Multe T-Red a Torino e problemi di burocrazia: il caso record di un cittadino torinese “perseguitato” dalle notifiche tardive
L’aumento dei T-Red nella città di Torino nel 2022 ha portato a un aumento del 4,3% delle multe, una percentuale non così alta, a meno che non cada sulle spalle di pochi automobilisti che hanno collezionato un gran numero di multe. È ciò che è successo a Federico Bacci, un automobilista torinese di 63 anni che si sente “perseguitato” dal sistema di sanzioni dei T-Red. Ha accumulato un debito di almeno 12.000 euro a causa di 21 violazioni del Codice della Strada, principalmente dovute all’utilizzo erroneo della corsia di svolta a sinistra.

I ricorsi impossibili
Bacci, un socio di un’azienda specializzata nell’efficienza energetica, ha spiegato alla redazione de La Repubblica il proprio caso. Da 30 anni, percorre la stessa strada, passando per corso Potenza, corso Lecce e corso Trapani. I semafori lungo quella strada sono controllati dai T-Red. Da giugno a dicembre 2019, Bacci ha rivelato di aver scoperto di aver violato il Codice della Strada decine di volte. L’uomo ha utilizzato la corsia di svolta a sinistra per andare dritto, una delle infrazioni maggiormente rilevate dai dispositivi.
“Su altre strade, le corsie sono chiaramente segnalate, ma qui no. Ti trovi nella corsia sbagliata quando è ormai troppo tardi per cambiare”, afferma Bacci. L’automobilista ha provato a far notare di aver ricevuto le notifiche solo sei mesi dopo le prime infrazioni, ma ne aveva già accumulate 21. “Ho chiesto che me le notificassero, ma mi hanno risposto dicendomi che non era possibile e che avrei dovuto aspettare i tempi di ogni singola notifica. Questo mi ha impedito di presentare un ricorso unico per tutte le multe, aumentando così i costi“.
Dopo alcuni mesi, ha scoperto di essere stato convocato, pur non avendo mai ricevuto alcuna comunicazione. “Era in piena pandemia e mi hanno detto che è successo a molte persone”, ha commentato. Da allora, ha scritto al Comune e al prefetto, cercando almeno di sollevare il problema della segnaletica, a suo avviso poco chiara. “È vero che chi sbaglia deve pagare la multa, ma dovremmo almeno essere informati tempestivamente e avere la possibilità di presentare ricorso e chiedere spiegazioni facilmente”, ha concluso.