Torino

Mense scolastiche a Torino: cucine da incubo

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Crisi nelle mense scolastiche di Torino: 160 reclami in sei settimane

A partire da metà settembre, le mense scolastiche di Torino hanno ricevuto ben 160 reclami. Questi problemi, che si traducono in una media di quattro contestazioni al giorno, riguardano 330 istituti, dai nidi d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado, coinvolgendo tutti i bambini nella fascia d’età 0-14 anni.

Dal cibo andato a male a ritardi nella consegna

Molte delle contestazioni sono state a causa di ingredienti indesiderati nelle pietanze, come capelli, insetti e frammenti di legno. Altri problemi riguardano cibo avariato o pasti che sono stati consegnati in ritardo, o, in alcuni casi, non consegnati affatto. Queste problematiche sono emerse in seguito alle segnalazioni fatte dai vari istituti scolastici, all’interno dei quali operano le commissioni mensa, composte dai genitori degli studenti.

Le questioni sono sorte in particolare dai pasti forniti dalle aziende a cui, da quest’anno, è stato assegnato l’appalto per la ristorazione scolastica. Secondo quanto riportato su La Stampa, le ditte in questione sono Vivenda, Camst, Ladisa ed Euroristorazione, che hanno iniziato a operare a settembre, conformemente a un accordo con il Comune. Quest’ultimo ha conferito loro il contratto per i prossimi cinque anni, per un valore totale di 150 milioni di euro. Fabio Falvo, direttore dell’Istituto Comprensivo Matteotti Rignon, ha sottolineato l’inaspettata gravità della situazione, affermando: «Mai nella mia direzione dal 2019 avevamo riscontrato così tanti problemi».

Il Comune ha investito 3 milioni di euro in più rispetto al passato per garantire un servizio di ristorazione di maggiore qualità, privilegiando la nutrizione e la qualità dei prodotti rispetto al costo. Tuttavia, i problemi persistono. Il Comune, infatti, ha scelto di collaborare con ditte che promettevano di rispettare standard nutrizionali elevati e di offrire menu personalizzati per chi ha esigenze alimentari specifiche, stabilendo un costo base di 5,50 euro per pasto.

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Sorgente
La Stampa

Redazione

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