Marco Conforti, l’autopsia esclude l’omicidio
Morte sospetta dell’imprenditore Marco Conforti: indagini sulle cause e il mistero del suo corpo nel bagagliaio
Marco Conforti, l’imprenditore di 56 anni del settore delle scuole guida di Castagneto Po nel Torinese, non è stato ucciso. È morto per cause naturali, per un arresto cardiocircolatorio, come ha stabilito l’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Testi. Gli esiti dell’esame tossicologico, attesi entro venerdì, determineranno se aveva assunto droghe. Nel frattempo, le indagini della Squadra mobile di Torino, diretta da Luigi Mitola e coordinate dalla procura con la pm Antonella Barbera, proseguono per chiarire come il suo corpo senza vita sia finito nel bagagliaio del suo Suv parcheggiato in via Rovigo a Torino, nel quartiere Aurora, dopo che la sua famiglia non aveva avuto notizie per cinque giorni.
Si conferma l’ipotesi del malore e dell’omissione di soccorso. Fin dall’inizio, gli ambienti investigativi hanno parlato di una morte “sospetta”, ma non ci sono evidenze che facciano propendere per un omicidio. Una delle ipotesi considerate è che la vittima, nota per l’uso abituale di cocaina, si sia sentita male e non abbia ricevuto soccorsi da chi era con lui. In tal caso, potrebbero profilarsi accuse di omissione di soccorso e occultamento di cadavere.
Gli ultimi spostamenti
Attualmente, le indagini si concentrano sugli ultimi spostamenti e contatti di Conforti. Gli inquirenti hanno analizzato il suo cellulare, i movimenti del conto corrente e le telecamere di sorveglianza della zona in cui hanno ritrovato il suo corpo. Tuttavia, alcune di queste telecamere non funzionavano o hanno già cancellato i video della scorsa settimana.
L’ultima persona che ha visto Conforti vivo è stato un suo amico. Lo ha salutato martedì sera dopo aver trascorso qualche ora insieme in un locale in zona Gran Madre. Successivamente, le tracce di Conforti si sono perse fino a domenica, quando i familiari, con l’aiuto di un Gps, hanno localizzato la sua auto in via Rovigo.