La notte del 14 aprile 1912 è rimasta impressa nella storia come una delle più tragiche mai viste tra i naufragi. Oltre a essere una catastrofe a livello mondiale, la tragedia si è intrecciata con storie personali di sogni infranti e vite prematuramente interrotte. Un aspetto particolarmente toccante di questo disastro è rappresentato dalla storia dei camerieri piemontesi che prestavano servizio a bordo del lussuoso transatlantico tristemente noto come Titanic.
Questi camerieri, provenienti da piccoli paesi del Piemonte, avevano cercato una nuova vita a Londra, dove erano diventati assistenti camerieri sul Titanic. Tra loro, Davide Beux di San Germano Chisone, Giuseppe Bertoldo Fioravante di Burolo, Paolo Luigi Crovella di San Sebastiano Po, e Carlo Fey di Tina. La loro esistenza terminò tragicamente nelle fredde acque dell’Atlantico, con i loro corpi che non furono mai recuperati.
Il prestigioso ristorante “A’ la Carte” del Titanic è stato un simbolo del lusso e della raffinatezza del transatlantico. Con una capienza di 150 posti, un arredamento in stile Luigi XVI, e una cucina di alto livello, il ristorante era gestito dal maitre Luigi Gatti, 37 anni, di Montalto Pavese. I camerieri, attentamente selezionati da Gatti, erano attratti non solo dalla remunerazione ma anche dall’opportunità di lavorare sul famoso transatlantico.
Tra i camerieri spiccava la figura di Candido Scavino di Guarene, un ex macellaio diventato cuoco qualificato, noto per la sua maestria nel tagliare arrosti davanti ai commensali. Con una carriera già consolidata su altre navi, la sua presenza sul Titanic rappresentava l’apice del suo percorso professionale. Nella tragica notte del naufragio, lui e i suoi colleghi servirono un menu ricco e variegato ai passeggeri.
Tuttavia, la loro storia prese una svolta drammatica alle 23:40 del 14 aprile, quando l’iceberg colpì il Titanic, condannandolo a un rapido affondamento. Di conseguenza, 1.518 delle 2.223 persone a bordo persero la vita, inclusi tutti i 15 camerieri piemontesi. Un testimone ricordò gli ultimi momenti di Candido Scavino, visto aggrappato al parapetto di poppa, ancora in divisa da servizio.
La storia poco conosciuta di questi camerieri piemontesi è stata recentemente riscoperta da Claudio Bossi e trasformata in una pièce teatrale da Pierluigi Costa. “Quei piemontesi sul Titanic”, in scena al Teatro Alfieri di Carignano, rappresenta un notevole impegno produttivo: oltre 11 mesi di lavoro, un copione di più di 100 pagine, 50 serate di prove, 46 attori e 80 costumi. Questo spettacolo è un significativo tributo a una pagina dimenticata della storia, che offre uno sguardo intimo e commovente sulle vite di questi uomini.
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