Quando si pensa alle origini della moderna tecnologia si immaginano grandi personaggi statunitensi, eppure il primo PC da tavolo della Storia ha origini tutte piemontesi. Di preciso, proviene da Ivrea: stiamo parlando dell’Olivetti P101. Tutto cominciò nel 1962, quando al comando dell’iconica azienda Olivetti c’era Roberto, figlio del genio visionario Adriano Olivetti.
In quel periodo, l’ingegnere Pier Giorgio Perotto propose un’idea rivoluzionaria: realizzare una macchina in grado di elaborare dati con dimensioni ridotte e autonomia funzionale. Questa sarebbe stata adatta per ogni tipo di ufficio, dotata di memoria, programmabile e dall’utilizzo intuitivo. Tale idea in quel periodo era ai limiti della fantascienza, visto che i primi computer occupavano intere stanze ed erano utilizzabili solo da tecnici specializzati nel settore, ma il progetto fu così ambizioso che Perotto ebbe il suo team. Accanto a lui, lavorarono Giovanni De Sandre, Gastone Garziera, Giancarlo Toppi e Giuliano Gaiti.
A circa un anno dal progetto, il team riuscì a realizzare un primo prototipo soprannominato “Perottina”, ma nel frattempo a causa di una profonda crisi all’interno dell’azienda subentrarono nuovi soci che non capirono le potenzialità dell’invenzione e di tutto il settore elettronico, svendendolo all’azienda statunitense General Electric con tutti i brevetti.
Fortunatamente Perotto riuscì a sottrarsi al trasferimento e proseguì il suo progetto, anche se dimenticato dall’azienda. Nel 1965 la macchina Olivetti Programma 101 si mostrò al grande pubblico a New York in occasione del BEMA (salone delle macchine per l’automazione dell’ufficio). Era in grado di calcolare le quattro funzioni aritmetiche di base (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione), più radice quadrata , valore assoluto e parte frazionaria. Era dotato di registri di memoria con funzioni come cancellazione, trasferimento e scambio, oltre a stampa e arresto per l’input.
Il successo fu strepitoso e alla fine del 1966 la Underwood, ditta statunitense controllata dalla Olivetti, chiese di poter fabbricare le macchine negli USA per poter rifornire anche gli uffici delle amministrazioni federali di quel Paese. Vennero venduti circa 44.000 modelli, di cui il 90% sul mercato nordamericano. Perfino la NASA impiegò alcune Olivetti P101 per pianificare lo sbarco dell’Apollo 11 sulla Luna.
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