Il Castello di Roppolo si erge maestoso nel punto in cui la Serra morenica di Ivrea forma le colline che costeggiano la pianura. Il suo omonimo borgo dominante era un punto chiave della variante canavesana della Via Francigena. Per secoli, il suo castello è stato sotto l’autorità dei Valperga di Masino, salvo una breve interruzione nel 1459, legata a un enigmatico assassinio nobiliare.
Nel corso del XIX secolo, durante alcune fasi di restauro, i lavoratori fecero una scoperta macabra all’interno della terza stanza della torre del castello. Nascosta nel muro, vi era un’armatura risalente al XV secolo, al cui interno giaceva lo scheletro di un guerriero.
Gli studiosi hanno ipotizzato che questi resti potrebbero appartenere a Bernardo di Mazzè, un nobile canavesano misteriosamente scomparso nel febbraio 1459. Un personaggio che avrebbe segnato indelebilmente la storia del borgo. Le sorti di Bernardo di Mazzè, si intrecciarono tragicamente con quelle del castello durante gli anni tumultuosi della successione al ducato di Milano.
Francesco Sforza, l’abile condottiero che salì al potere sposando Bianca Maria Visconti, e Ludovico di Savoia, duca ambizioso e assetato di conquiste, si ritrovarono protagonisti in un periodo di scontri e alleanze. Due esponenti della nobiltà canavesana, Bernardo e Ludovico Valperga, entrambi discendenti da rami collaterali della stessa famiglia, si contrapponevano in una faida silenziosa e velenosa, le cui origini rimangono avvolte nel mistero.
Il destino volle che, durante uno degli scontri fra le fazioni rivali, Bernardo venisse fatto prigioniero e portato al castello di Abbiategrasso. Qui, il suo avversario, mosso da un astuto e oscuro disegno, orchestrò un falso salvataggio. Con uno stratagemma degno di un romanzo, riuscì ad ottenere il riscatto di Bernardo, che fu consegnato a suo fratello Antonio. Tuttavia, Bernardo scomparve misteriosamente durante il viaggio di ritorno, in circostanze mai del tutto chiarite.
Le ricerche condotte negli anni Venti del secolo scorso hanno portato alla luce ulteriori dettagli di questa storia. Strani rumori, descritti come lamenti, sembravano emergere dalla torre, tanto da spingere la prefettura di Vercelli ad indagare su eventuali presenze paranormali. Gli esperti rivelarono che tali suoni erano causati da particolari correnti d’aria che, sibilando attraverso le stanze, producevano un effetto inquietante.
La storia di Roppolo e del suo castello continua a incantare e turbare, un intricato mosaico dove verità e leggenda si intrecciano inestricabilmente, lasciandoci con l’eco di un passato che rifiuta di essere dimenticato.
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