Le società Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., legate alla figura di Chiara Ferragni, insieme alla Balocco S.p.A., sono state recentemente sanzionate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per una pratica commerciale considerata scorretta. Queste società hanno promosso il pandoro “Pink Christmas“, griffato Ferragni, lasciando intendere che l’acquisto del prodotto avrebbe favorito una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di macchinari terapeutici per bambini con Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. La realtà era differente: la donazione di 50 mila euro era stata già effettuata da Balocco, senza nessun contributo aggiuntivo derivante dalla vendita del pandoro.
Secondo quanto emerso dal comunicato ufficiale dell’AGCM, l’Autorità ha imposto sanzioni significative: 400 mila euro a Fenice S.r.l., 675 mila euro a TBS Crew S.r.l., e 420 mila euro a Balocco S.p.A. Le accuse si basano su diversi aspetti: il comunicato stampa iniziale suggeriva che acquistando il pandoro a un prezzo superiore a quello standard, i consumatori avrebbero contribuito alla donazione. Inoltre, informazioni ingannevoli erano presenti sui cartigli dei pandori e nei post sui social media di Chiara Ferragni. Queste attività hanno generato entrate di oltre 1 milione di euro per le società di Ferragni, senza che una parte di questi fondi fosse destinata all’ospedale.
Secondo l’Antitrust, questa pratica ha influenzato negativamente la libertà di scelta dei consumatori, sfruttando la loro sensibilità verso cause benefiche e in particolare quelle a favore di bambini malati. Questo approccio ha violato il dovere di diligenza professionale previsto dall’articolo 20 del Codice del Consumo e ha costituito una pratica commerciale scorretta e ingannevole ai sensi degli articoli 21 e 22 dello stesso codice.
Molte persone hanno esultato sui social circa la sanzione inflitta a Chiara Ferragni. Ad ogni modo, mentre si discute delle sanzioni legate al caso del pandoro griffato, emerge un aspetto meno evidenziato: la situazione economica preoccupante della Balocco. Negli ultimi anni, l’azienda ha affrontato una fase di crisi, e la collaborazione con Chiara Ferragni è stata un tentativo di rinnovare il brand e di rivitalizzare il mercato. Tuttavia, nonostante la controversa campagna pubblicitaria, le vendite non hanno raggiunto i livelli sperati. La multa di 1 milione di euro, che per Ferragni potrebbe essere facilmente compensata attraverso i suoi canali social, ha un impatto diverso per un’azienda come Balocco e i suoi circa 500 dipendenti. È cruciale considerare le conseguenze che una sanzione di tale entità potrebbe avere sulle famiglie di questi lavoratori.
Nonostante le reazioni pubbliche tendano a focalizzarsi sulla figura di Ferragni, criticata o difesa, è importante ricordare che le ripercussioni di questa situazione potrebbero colpire persone che con la vicenda non hanno alcun legame diretto. I dipendenti di Balocco, le loro famiglie, e la comunità locale potrebbero essere i veri danneggiati in questo scenario, evidenziando la necessità di un’analisi più profonda e umana su situazioni del genere.
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