Il 27 settembre 1956 nelle strade di Chieri avvenne un fatto molto curioso: secondo quanto riportato all’epoca dal quotidiano La Stampa Sera, ci fu una vera e propria “caccia ai fantasmi” per le vie della città. Nello storico articolo si racconta che ben cinquecento giovani armati di randello inseguirono un’apparizione spettrale dalla notte fonda fino alle prime luci dell’alba.
Le apparizioni a Chieri erano cominciate un paio di settimane prima della caccia ai fantasmi. Un’anziana signora che stava rientrando a casa dopo aver fatto visita ad una parente gravemente ammalata raccontò che durante il tragitto si trovò di fronte a un’imponente figura spettrale. “La povera donna, che già si trovava in condizioni d’animo piuttosto particolari, alla vista del fantasma subiva un tale “choc” che si abbatteva al suolo svenuta. Sono state necessarie le cure dei medici perché si riavesse”, si legge nell’articolo dell’epoca.
Secondo quanto raccontato dal quotidiano, “La sera dopo lo spettro ricompariva in un’altra contrada, spaventando due signore ed un bambino di dieci anni”. Il fantasma veniva descritto come una figura umanoide, alta almeno due metri e coperta dal classico lenzuolo.
L’inquietante spettro si mostrò anche ad un gruppo di giovani della Congregazione Mariana usciti dall’oratorio. “Questi ragazzi, invece di fuggire come avevano fatto gli altri chieresi in analoga situazione, si buttavano decisamente all’inseguimento. Potevano cosi constatare che anche il fantasma, rimboccatosi convenientemente l’orlo del lenzuolo, era in grado di correre molto velocemente tanto da riuscire ad eclissarsi nel dedalo dei viottoli di San Giorgio”, prosegue il quotidiano.
Da qui, la storica caccia. “Circa cinquecento giovanotti, armati prudenzialmente di randelli, si dislocavano nel vari rioni di Chieri e pazientemente Iniziavano una attenta veglia notturna“. I giovani attesero fino alle quattro del mattino, ma non ci fu alcuna traccia del fantasma.
Alcuni residenti andarono nel panico, mentre altri, più scettici, trovarono facilmente la risposta al mistero. Secondo i giornalisti del Corriere di Chieri, ad esempio, il fantomatico spettro altri non era che un individuo molto alto con indosso la divisa da “Batù Bianch”, noto anche come “Battuto Bianco“. Questi faceva parte delle confraternite dei Battuti (o Flagellanti), molto attive all’epoca. Si trattava di fedeli che si riunivano per sottoporsi a opere di penitenza corporale al fine di purificare il loro spirito. Per il rituale di purificazione, queste persone erano solite indossare un cappuccio integrale, per garantire l’anonimato. Questi potevano essere di colore rosso, nero o – appunto – bianco.
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