Mentre Torino è universalmente riconosciuta come la capitale artistica del Barocco, non tutti sanno che al suo interno si cela anche un prezioso esempio di arte Rinascimentale. La Cattedrale di San Giovanni Battista, meglio conosciuta come il Duomo di Torino, è questo gioiello nascosto.
Prima che sorgesse l’attuale Duomo, tre chiese basilicali adornavano quel luogo. Queste furono rase al suolo nel 1490. Poco dopo, tra il 1491 e il 1498, grazie alla determinazione del cardinale Domenico della Rovere e sotto la supervisione dell’architetto toscano Meo del Caprina, la nuova cattedrale vide la luce. Questo magnifico edificio rinascimentale, con la sua facciata in marmo bianco ornata da un timpano e tre portali impreziositi da rilievi, potrebbe aver tratto ispirazione dalla chiesa romana di Santa Maria del Popolo. Nel 1498, con la conclusione dei lavori, papa Leone X proclamò Torino sede metropolitana.
Nel 1649, un ambizioso progetto per il rinnovamento del Duomo di Torino vide la luce con l’obiettivo di offrire un contesto degno per la conservazione della Sacra Sindone, una delle reliquie più venerate del mondo cristiano. Bernardino Quadri, arrivato a Torino dopo aver avuto disaccordi con Francesco Borromini al cantiere della Basilica di San Giovanni in Laterano, presentò una proposta rivoluzionaria alla corte di Carlo Emanuele II.
Quadri desiderava correggere il progetto originale di Carlo di Castellamonte, che aveva pianificato una cappella ovale dietro il coro. Sebbene l’intenzione fosse quella di costruire una struttura circolare, la cupola ideata dal Quadri non raggiunse le dimensioni o l’altezza desiderate, rimanendo meno imponente rispetto al Duomo. Guarino Guarini fu quindi incaricato nel 1667 di portare a compimento l’opera, avendo già dimostrato la sua abilità nella vicina Real Chiesa di San Lorenzo. La cupola, la cui costruzione si protrasse per ventotto anni, fu ultimata nel 1694, con grande celebrazione. L’intervento di Guarini non si limitò alla cupola: progettò anche la cappella della Santa Sindone, posizionata in alto al posto dell’originale abside, e la collegò con il vicino Palazzo Reale.
Carlo Alberto, in onore del Duomo, decise di arricchirlo con una riproduzione dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, eseguita da Luigi Cagna nel 1835. Questo massiccio dipinto, pesante oltre 900 kg, trovò il suo posto sulla controfacciata della chiesa. Tra le molteplici storie del Duomo, troviamo anche le tombe di tre nunzi pontifici: Francesco Bacod, Corrado Tartarini di Città di Castello e Giambatista Lando. La torre campanaria, intitolata a Sant’Andrea, subì modifiche nel 1720 su commissione di Vittorio Amedeo II. L’architetto Juvarra la rinnovò, aggiungendo 12 metri in stile barocco, portando la torre a un totale di 60 metri di altezza.
La notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 segnò una tragedia per il monumento: un devastante incendio danneggiò gran parte dell’opera guariniana. Fortunatamente, la Sacra Sindone si salvò grazie all’intervento tempestivo dei vigili del fuoco. Dopo l’incendio, l’architetto Maurizio Momo guidò gli interventi di restauro. Parallelamente, fu creata una nuova teca per conservare la Sindone in un ambiente controllato. Inoltre, durante i lavori di restauro, la chiesa sotterranea, di dimensioni simili a quella principale, fu restaurata e convertita nel Museo Diocesano di Torino.
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