E se sul reddito di cittadinanza in quest’Aula esistono posizioni diversificate, sono certa che tutti concordiamo sull’importanza di porre fine alla tragedia degli incidenti, anche mortali, sul lavoro. Il tema, qui, non è introdurre nuove norme, ma piuttosto garantire la piena attuazione di quelle che esistono, perché, come ha ricordato anche il sindacato, da ultimo con la manifestazione di sabato scorso, non possiamo accettare che un ragazzo di 18 anni come Giuliano De Seta – e cito lui per ricordare tutte le vittime – esca di casa per andare al lavoro e non vi faccia mai più ritorno.
Serve colmare il grande divario esistente tra formazione e competenze richieste dal mercato del lavoro con percorsi formativi specifici, certamente, ma ancora prima grazie a una formazione scolastica e universitaria più attente alle dinamiche del mercato del lavoro. L’istruzione è il più formidabile strumento per aumentare la ricchezza di una Nazione, sotto tutti i punti di vista, perché il capitale materiale non è niente se non c’è anche il capitale umano.
Per questo la scuola e l’università torneranno centrali nell’azione di Governo, perché rappresentano una risorsa strategica fondamentale per l’Italia, per il suo futuro e per i suoi giovani. Si è polemizzato sulla nostra scelta di rilanciare la correlazione tra istruzione e merito. Rimango francamente colpita. Diversi studi dimostrano come, oggi, chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati da un insegnamento che non dovesse premiare il merito, perché quelle lacune non le colmerà nessun altro.
L’Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si autoescludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità. E la pandemia ha decisamente peggiorato questa condizione e, di fronte a questo scenario preoccupante, la proposta principe di certa politica in questi mesi è stata promettere a tutti la cannabis libera, perché era la risposta più facile. Ma noi, a differenza di altri, non siamo qui per fare la cosa più facile.
Intendiamo: lavorare sulla crescita dei giovani a 360 gradi, promuovere le attività artistiche e culturali e, accanto a queste, lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e di benessere; lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche e motivazionali; garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa e il prestito d’onore. Lo dobbiamo a questi ragazzi, ai quali abbiamo tolto tutto per lasciar loro solo debiti da ripagare! E lo dobbiamo all’Italia, che 161 anni fa è stata unificata dai giovani eroi del Risorgimento e che oggi, dall’entusiasmo e dal coraggio dei suoi giovani, può e deve essere ricostruita!
Sappiamo che ai giovani sta particolarmente a cuore la difesa dell’ambiente naturale. Ce ne faremo carico, perché, come ebbe a scrivere Roger Scruton, uno dei più grandi maestri del pensiero conservatore europeo, “l’ecologia è l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato e chi verrà dopo di noi”. Proteggere il nostro patrimonio naturale ci impegna esattamente, come la tutela del patrimonio di cultura, tradizioni e spiritualità, che abbiamo ereditato dai nostri padri perché lo potessimo trasmettere ai nostri figli. Non c’è un ecologista più convinto di un conservatore; ma quello che ci distingue da certo ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro, coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Accompagnare le imprese e i cittadini verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica: sarà questo il nostro approccio.
Io penso di conoscere abbastanza bene l’universo dell’impegno giovanile, una palestra di vita meravigliosa, indipendentemente dalle idee politiche che si sceglie di difendere e promuovere. Confesso che difficilmente riuscirò a non provare un moto di simpatia anche per coloro che scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro Governo, perché inevitabilmente tornerà nella mia mente una storia che è stata anche la mia.
Io ho partecipato a tantissime manifestazioni, ho organizzato tantissime manifestazioni nella mia vita, e penso che ciò mi abbia insegnato molto più di quanto non mi abbiano insegnato molte altre cose. Quindi, voglio parlare a questi ragazzi che inevitabilmente scenderanno in piazza anche contro di noi. Ricordo una frase di Steve Jobs, che diceva: “Siate affamati, siate folli”. Vorrei aggiungere anche: “Siate liberi”, perché è nel libero arbitrio la grandezza dell’essere umano.
C’è poi un’altra istituzione formativa importante, accanto a scuola e università, forse la più importante di tutte, ed è ovviamente la famiglia, nucleo primario delle nostre società, culla degli affetti e luogo nel quale si forma l’identità di ognuno di noi; intendiamo sostenerla e tutelarla e, con questa, sostenere la natalità, che nel 2021 ha registrato il tasso di nascite più basso dall’Unità d’Italia a oggi; per uscire dalla glaciazione demografica e tornare a produrre quegli anni di futuro, quel PIL demografico di cui abbiamo bisogno serve un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società.
È, allora, un nostro impegno, preso anche in campagna elettorale, quello di aumentare gli importi dell’assegno unico universale e aiutare le giovani coppie a ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente anche per l’introduzione del quoziente familiare. E visto che i progetti familiari vanno di pari passo con il lavoro, vogliamo incentivare in ogni modo l’occupazione femminile, premiando quelle aziende che adottano politiche che offrono soluzioni efficaci per conciliare i tempi casa-lavoro e sostenendo i comuni per garantire asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura dei negozi e degli uffici. L’Italia ha bisogno di una nuova alleanza intergenerazionale, che abbia nella famiglia il suo pilastro e rafforzi il legame che unisce le generazioni, i figli con i nonni, i giovani con gli anziani, che vanno, a loro volta, protetti valorizzati e sostenuti, perché rappresentano le nostre radici e la nostra storia.
Diceva Montesquieu che “la libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene”. La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità, è la libertà che deve guidare il nostro agire, libertà di essere, di fare, di produrre. Un Governo di centrodestra non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo, alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni.
Libertà. Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea, nei quali da sempre mi riconosco e, dunque, anche qui, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici; per nessun regime, fascismo compreso, esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre.
I totalitarismi del Novecento hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei. E l’orrore e i crimini, da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti: si precipita e basta.
Ho conosciuto giovanissima il profumo della libertà, l’ansia per la verità storica e il rigetto per qualsiasi forma di sopruso o discriminazione proprio militando nella destra democratica italiana. Una comunità di uomini e donne che ha sempre agito alla luce del sole e a pieno titolo nelle nostre istituzioni repubblicane, anche negli anni più bui della criminalizzazione e della violenza politica, quando, nel nome dell’antifascismo militante, ragazzi innocenti venivano uccisi a colpi di chiave inglese.
Quella lunga stagione di lutti ha perpetuato l’odio della guerra civile e allontanato una pacificazione nazionale che proprio la destra democratica italiana, più di ogni altro, da sempre auspica.
Da allora, la comunità politica da cui provengo ha compiuto sempre passi in avanti, verso una piena e consapevole storicizzazione del Novecento, ha assunto importanti responsabilità di Governo, giurando sulla Costituzione repubblicana, come abbiamo avuto l’onore di fare ancora poche ore fa. Ha affermato e incarnato, senza alcuna ambiguità, i valori della democrazia liberale, che sono la base dell’identità comune del centrodestra italiano e da cui non defletteremo un solo centimetro. Combatteremo qualsiasi forma di razzismo, antisemitismo, violenza politica e discriminazione.
E di libertà molto si è discusso in epoca di pandemia. Il COVID è entrato nelle nostre vite quasi tre anni fa e ha portato alla morte di oltre 177 mila persone, in Italia. Se siamo usciti al momento dall’emergenza è soprattutto merito del personale sanitario, della professionalità e dell’abnegazione con le quali ha salvato migliaia di vite umane. A loro, ancora una volta, va la nostra gratitudine. E, con loro, il mio ringraziamento va ai lavoratori dei servizi essenziali, che non si sono mai fermati, e alla straordinaria realtà del nostro Terzo settore, rappresentante virtuoso di quei corpi intermedi che consideriamo vitali per la società.
Purtroppo, non possiamo escludere una nuova ondata di COVID o l’insorgere, in futuro, di una nuova pandemia, ma possiamo imparare dal passato, per farci trovare pronti. L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma, nonostante questo, è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa decisamente non ha funzionato e, dunque, voglio dire, fin d’ora, che non replicheremo, in nessun caso, quel modello.
L’informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione, in tutti gli ambiti, e l’ascolto dei medici sul campo è più prezioso delle linee guida scritte da qualche burocrate, quando si ha a che fare con pazienti in carne ed ossa. Soprattutto, se si chiede responsabilità ai cittadini, i primi a doverla dimostrare sono coloro che la chiedono. Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica: lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori.
La legalità sarà la stella polare dell’azione di Governo. Io ho iniziato a fare politica a 15 anni, come ormai molti sanno, all’indomani della strage di via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino. Ho cominciato a fare politica allora, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero in qualche modo tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio italiano nasce dall’esempio di quell’eroe. Quando, dopo aver letto la lista dei Ministri, sono venuta a trovare il Presidente Fontana, un paio di giorni fa, sono entrata a Montecitorio e, quando ho trovato, all’inizio dello scalone e alla fine dello scalone, una foto di Paolo Borsellino, ho pensato che si chiudesse un cerchio.
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