Il candidato sindaco per Torino Paolo Damilano conferma su Facebook: “Sono andato all’incontro promosso dalla Fiom per ascoltare, perché come dico dall’inizio il lavoro è determinante per la ricostruzione della città. Quando si parla di lavoro, non c’è colore: dobbiamo concentrarci per creare e per portare qui tutte le opportunità possibili, saranno 5 anni di ripartenza generale.
La gigafactory è una partita fondamentale, su questo c’è un dialogo aperto con il governo, che è consapevole del valore del progetto, ma l’importante è essere uniti e questa giornata lo ha dimostrato. Grazie alla Fiom e a tutti quelli che credono nel futuro di Torino.“
Ecco come si descrive: “Mi chiamo Paolo Damilano, sono torinese. Sì, perché è molto più di un dato anagrafico: è un misto di carattere, storia, orgoglio, è una memoria stratificata di cui non è facile essere all’altezza, ma a cui nessuno di noi rinuncerebbe per nulla al mondo.Ho avuto la straordinaria fortuna di crescere in una famiglia che mi ha trasmesso l’insegnamento più importante: l’etica del lavoro. È per questo, che quando sono entrato in azienda ho voluto partire non da ruoli dirigenziali, ma dalla consegna bevande, poi dall’imbottigliamento, fianco a fianco con tutti i lavoratori, perché dovevo conquistarmi la possibilità di essere uno di loro.
Quello che conta, nell’impresa come nella vita, non è l’autorità, che è qualcosa di formale, di burocratico, ma l’autorevolezza, che è qualcosa che uno si guadagna sul campo, giorno dopo giorno, metro dopo metro, risultato dopo risultato.Le cose di cui sono più fiero nella mia vita sono due, che per me sono due facce della stessa medaglia: aver lavorato e aver creato lavoro. Anche quando ho avuto l’onore di ricoprire ruoli importanti per il territorio, come la presidenza del Museo del Cinema o quella di Film Commission, ho voluto introdurre questa mentalità: conta quello che fai.
Non ci sono limiti a dove Torino e i torinesi possono arrivare, l’ho imparato viaggiando nel mondo per le mie aziende, a patto che si ricordino l’eccellenza straordinaria che rappresentano. Torino è molto più di una città, è una storia che va fatta rivivere ogni giorno: tutti noi nasciamo dentro un’eredità da custodire e tramandare al meglio alle prossime generazioni. L’altra mia grande passione è lo sport, quello vero, quello segnato dal sacrifico in nome di un obiettivo.Ho amato particolarmente Bjorn Borg, innovatore di un tennis che pareva immobilizzato. Pur non essendo un esperto della materia, quando ho bisogno di un rifugio per ricaricarmi mi rivolgo alla musica di Wolfang Amadeus Mozart. E non rinuncerei mai a un piatto di agnolotti. Fatto come si deve. Fatto come facciamo le cose noi, a Torino”
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