Tutti conoscono la Mole Antonelliana, l’edificio simbolo di Torino ubicato in via Montebello, nel centro storico della città. La struttura prende il nome dal suo creatore, l’architetto Alessandro Antonelli e ospita al suo interno il Museo Nazionale del Cinema. Molti, probabilmente, conoscono la sua storia, ma in quanti sono a conoscenza degli aneddoti più particolari? Ecco cinque curiosità sulla Mole Antonelliana.
Ebbene sì: il simbolo del capoluogo piemontese ha rischiato di scomparire per sempre il 23 maggio 1953. In quel giorno, difatti a Torino si scatenò un tremendo nubifragio e alle 19.25 una tromba d’aria arrivò sulla città facendo crollare ben 47 metri di guglia che precipitò nel giardino sottostante. Per fortuna non ci furono vittime e la guglia – originariamente realizzata in mattoni – venne ricostruita con un’armatura metallica rivestita di pietra. I lavori terminarono nel 1960.
Sappiamo tutti che in cima alla Mole si trova una stella tridimensionale, ma non è sempre stato così: prima del crollo in cima era posta una stella a cinque punte e ancor prima di essa era presente un Genio Alato scambiato ancora oggi per un Angelo. La statua cadde l’11 agosto 1904, forse a causa di un fulmine. Nonostante i suoi 300 kg anche in questo caso la caduta non provocò alcun ferito. La statua rimase in bilico sul terrazzino sottostante. Venne conservata all’interno della Mole.
Come accennato poco fa, sappiamo che la Mole Antonelliana ospita il Museo del Nazionale del Cinema, ma in origine doveva essere una Sinagoga per la Comunità Israelita Torinese. Nel progetto originale doveva essere un edificio alto solo 47 metri. I lavori cominciarono nel 1863, ma Antonelli decise di modificarlo facendo raggiungere alla Mole un’altezza di 113 metri. La comunità ebraica che aveva commissionato l’opera non approvò la scelta di Antonelli e nel 1869 – quando la struttura aveva già raggiunto circa 70 metri – decise di chiudere il cantiere per mancanza di fondi. L’edificio venne temporaneamente terminato con un tetto piatto provvisorio. In seguito, la comunità barattò l’opera con il Comune di Torino. Venne inaugurata il 10 aprile 1889.
Torino è la Città Magica per eccellenza e le leggende legate alla magia bianca vedono la Mole Antonelliana come una specie di “antenna” in grado di canalizzare tutta l’energia positiva proveniente dal cielo e dalla terra. Questo grazie alla sua altissima guglia e alla base a forma di piramide. Ad ogni modo, qualcuno crede che la Mole sia un porta sfortuna. Gli studenti universitari si guardano bene dal salire in cima alla torre perché credono che sia un gesto di sventura: sono convinti che possa “rallentare” il loro percorso di studi.
Friedrich Nietzsche, il celebre scrittore e filosofo tedesco del 1800 si innamorò di Torino. Visitò la città e vi soggiornò brevemente tra il 1888 e il 1889, ma per lui fu amore a prima vista. Quando vide la Mole ne rimase completamente rapito, descrivendola con testuali parole: “Sono passato vicino alla Mole Antonelliana, l’edificio più geniale che è stato forse costruito per un assoluto impulso verso l’alto – non ricorda nient’altro se non Zarathustra. L’ho battezzato Ecce Homo e l’ho circondato nel mio spirito con un immenso spazio libero“.
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