
La multinazionale americana riorganizza la produzione, crescono le preoccupazioni tra lavoratori e sindacati
Mentre l’Europa pensa all’esercito, la crisi automotive colpisce la Tenneco di Cuorgnè. Dura decisione per i dipendenti della Tenneco (ex Federal Mogul) di Cuorgnè: tra aprile e novembre, 111 dei 140 lavoratori dello stabilimento saranno trasferiti nella sede di Chivasso, sempre in provincia di Torino. La notizia, confermata ufficialmente dall’azienda durante un incontro con i sindacati Fiom Cgil e Uilm presso l’Unione Industriali di Torino, ha immediatamente suscitato preoccupazioni.
Per i dipendenti coinvolti, il trasferimento comporterà un aumento significativo dei tempi di percorrenza e dei costi di trasporto. Tuttavia, la principale fonte di timore riguarda il futuro dello stabilimento di Cuorgnè: il rischio concreto è che questa decisione possa essere il preludio di una chiusura definitiva. L’azienda ha chiarito che la parte principale della produzione sarà spostata a Chivasso, lasciando a Cuorgnè solo 29 dipendenti nei reparti fonderia e nastratura.
La crisi del settore automotive: il destino incerto dello stabilimento Tenneco di Cuorgnè
Tenneco è un colosso globale specializzato nella progettazione, produzione e distribuzione di ammortizzatori, sistemi di sospensione, scarichi e catalizzatori per autoveicoli e veicoli commerciali. Il settore automotive, però, sta attraversando un periodo difficile a causa del calo della domanda e del rallentamento della produzione.
Solo pochi mesi fa, a settembre 2023, lo stabilimento di Cuorgnè aveva celebrato i suoi 100 anni di attività con la visita del ministro Paolo Zangrillo. In quell’occasione si era persino parlato di possibili investimenti e di un’espansione dello stabilimento. Ora, invece, la multinazionale invoca la necessità di razionalizzare i costi, modificando radicalmente il piano industriale e mettendo in discussione il futuro del sito produttivo di Cuorgnè.
Intanto, i lavoratori non intendono accettare passivamente questa decisione: per oggi è stata convocata un’assemblea per discutere eventuali azioni di protesta. I sindacati restano in allerta e chiedono garanzie sul destino dello stabilimento e sulla tutela dei lavoratori coinvolti.