Tutti a Torino conoscono il Cri-Cri: chiamarlo “cioccolatino” non è propriamente esatto, ma non è nemmeno una caramella. Si tratta di una pralina con cuore di nocciola avvolto in una sfera di cioccolato fondente ricoperta di mompariglia, ovvero le minuscole sfere di zucchero, confezionata in una coloratissima carta stagnola. Il Cri-Cri nasce nel 1886 una ricetta ideata da un confettiere di Torre Pellice e il suo nome ha origine da una romantica leggenda.
La storia narra di una ragazza che abitava a Torino verso la fine dell’Ottocento. La giovane si chiamava Cristina e lavorava come sarta per le signore dell’alta società sabauda ed aveva un fidanzato, uno studente torinese di nome Paolo. Ogni volta che i due avevano un appuntamento, il ragazzo faceva sempre visita ad una pasticceria per compare questi dolcetti alla sua amata.
La ragazza della pasticceria conosceva sia Paolo, sia Cristina. Aveva visto nascere il loro amore e sapeva che Paolo amava chiamare la sua fidanzata con il diminutivo di “Cri”. Ogni volta che Paolo si recava in negozio, la giovane commessa – intuendo l’ennesimo incontro amoroso tra i due e il conseguente dolce pensiero da parte dello studente – gli domandava semplicemente: “Cri?” e lui rispondeva con un sorriso innamorato “Cri!”.
Il proprietario della pasticceria, assistendo più volte a questa scena, decise di ribattezzare i suoi dolcetti come “Cri-Cri” in onore dei due fidanzatini così semplici, spensierati, ma soprattutto innamorati.
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