
Indagine su DHL Express Italy: irregolarità nei contratti e condizioni di lavoro insostenibili
Un’inchiesta di vasta portata ha travolto il settore della logistica, ponendo DHL Express Italy al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Milano. Le verifiche hanno coinvolto 45 hub e aziende dislocate in 30 province italiane, tra cui Milano, Torino, Padova, Udine, Ancona, Napoli, Bari e Catania. L’indagine riguarda la somministrazione illecita di manodopera e il caporalato. Un sistema di sfruttamento che avrebbe permesso di aggirare le normative sul lavoro. Il tutto a discapito di centinaia di lavoratori.
All’operazione hanno partecipato 250 carabinieri del Comando per la Tutela del Lavoro e 150 militari provinciali. L’azione ha portato al sequestro di 46,8 milioni di euro a DHL Express Italy. Al centro dell’inchiesta ci sono le condizioni di 918 lavoratori. Di questi, 676 sono stati ascoltati per ricostruire retribuzioni, turni e modalità di impiego.
Sistema di appalti e sfruttamento: il nodo degli intermediari
L’attenzione degli inquirenti si concentra sul meccanismo di appalti e subappalti che caratterizza il settore della logistica. Questa struttura complessa coinvolge spesso cooperative intermediarie. Dietro di esse si nasconderebbero contratti irregolari, salari sotto gli standard e ritmi di lavoro insostenibili.
Gli investigatori stanno verificando se i dipendenti siano stati assunti tramite società di intermediazione. Un sistema che potrebbe violare le normative, sfruttando scappatoie contrattuali per aumentare i profitti a scapito delle condizioni di lavoro.
Ripercussioni sul settore logistico e sviluppi dell’indagine
Questo nuovo caso riporta alla ribalta il tema della precarietà nel settore della logistica, già oggetto di numerose inchieste negli ultimi anni. Il sequestro di quasi 47 milioni di euro rappresenta un colpo significativo per il colosso del trasporto merci e potrebbe avere conseguenze rilevanti su tutto il comparto. Le indagini proseguono per accertare le eventuali responsabilità penali e l’effettivo impatto del presunto sistema di caporalato sulle condizioni lavorative.