Provincia

Chivasso: sventato un allevamento abusivo di cani

Intervento delle autorità a Chivasso rivela una realtà sconcertante: un allevamento abusivo di cani gestito senza alcuna autorizzazione sanitaria

Il 16 ottobre 2023, una rigorosa indagine condotta dal Nucleo Carabinieri CITES di Torino ha portato alla luce una verità inquietante nella provincia di Torino. A seguito dell’iniziativa, la Procura di Ivrea ha emesso un ordine di perquisizione per un’unità immobiliare sospettata di nascondere attività illecite. Quello che è emerso ha confermato i sospetti: un’operazione di allevamento abusivo di cani nel cuore di Chivasso, gestita con fini di lucro da individui di nazionalità italiana.

Immagine da: Arma dei Carabinieri

Condizioni precarie e vendita fraudolenta: la verità dietro l’allevamento abusivo

I militari, supportati dal Gruppo CC Forestale di Torino e da specialisti veterinari dell’ASL TO4, hanno scoperto oltre un centinaio di cani, principalmente meticci, inclusi numerosi esemplari femminili e i loro cuccioli. Gli animali erano confinati in spazi ristretti, rinchiusi in gabbie di metallo, in condizioni igieniche e ambientali deplorevoli, con grave carenza di areazione e illuminazione adeguata.

L’indagine ha ulteriormente rivelato che, nonostante la mancanza di certificazione genealogica (PEDIGREE), i cani venivano falsamente pubblicizzati e venduti come “di razza pura” attraverso importanti piattaforme di e-commerce. I prezzi richiesti per questi animali variavano tra 400 e 1500 euro, una cifra considerevole considerando la loro dubbia provenienza.

Durante la perquisizione, oltre al deprecabile scenario di maltrattamento animale, è stata scoperta e sequestrata una quantità significativa di documentazione fiscale e sanitaria. Questi documenti attestavano l’attività di commercio illegale condotta dagli indagati. Inoltre, i carabinieri hanno sequestrato oltre 10.000 euro in contanti, ritenuti proventi diretti di questa disumana attività commerciale.

Immagine da: Arma dei Carabinieri

Reati e conseguenze: le implicazioni legali dell’operazione

Le accuse mosse contro gli indagati comprendono la detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, causando loro gravi sofferenze, e la frode commerciale. Quest’ultima riguarda la vendita di cani presentati come di una razza o origine diversa da quella reale.

Una sorpresa ulteriore è emersa durante la perquisizione: la detenzione illecita di diverse tartarughe terrestri italiane (Testudo hermanni) da parte di uno degli indagati. Questi rettili, protetti dalla Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) e considerati a rischio di estinzione, sono stati immediatamente sequestrati. La loro detenzione, infatti, è permessa solo con apposita documentazione che ne comprovi l’acquisizione legale.

Le indagini sono ancora in corso e le responsabilità sono sotto esame. Nel frattempo, il Nucleo Carabinieri CITES di Torino sottolinea l’importanza del Decreto Legislativo n. 135/2022. Questa normativa impone a chiunque venda o regali animali d’affezione, compresi cani e gatti, di fornire il numero di microchip e la certificazione medico-veterinaria, anche in caso di vendita online.

Giulia Fogli

Collaboro con NDW dal 2021. Mi appassiona raccontare storie e occuparmi di cronaca, fatti ed eventi della la mia città. Amo occuparmi ogni giorno di cose nuove, scoprirle, approfondirle e mettermi alla prova. Ho un debole per i racconti horror e i film thriller.

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