Castello Reale di Moncalieri: tra storia e leggende di fantasmi
Il Castello Reale di Moncalieri: la storia e le leggende della Residenza Sabauda tanto amata dai primi sovrani d’Italia
Il Castello Reale di Moncalieri ha origine intorno all’anno 1200, quando Tommaso I di Savoia fece costruire un fortilizio per controllare l’accesso da sud a Torino. La struttura prese la forma di dimora ducale soltanto nella seconda metà del XV secolo, sotto il dominio della moglie di Amedeo IX di Savoia, la duchessa Jolanda. Da quel momento, nel corso degli anni, divenne una Residenza molto amata dai sovrani, come Vittorio Amedeo II che vi morì tra le sue mura nel 1732.
Durante gli anni del “Risorgimento”, invece, divenne la dimora preferita del re Vittorio Emanuele II. Il sovrano arredò numerosi appartamenti del castello, specialmente quello destinato a lui e a sua moglie la regina Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena. Quella parte della struttura, infatti, vide un’importante ristrutturazione sotto la direzione di Giuseppe Devers con il tipico stile della seconda metà dell’Ottocento.
Dal 1997, il Castello Reale di Moncalieri è una delle Residenze Sabaude del Piemonte iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Dal novembre 1945 la struttura diventò il Battaglione Allievi dei Carabinieri, sostituito nel 1948 con la Scuola Allievi Sottoufficiali. Nel 1969 fu sede del Comando del I Battaglione dei Carabinieri. Assunse la denominazione 1º Battaglione “Piemonte” dal 1977 fino a diventare 1º Reggimento carabinieri “Piemonte” nel 2014. Dal 2017 il Castello Reale è in parte sede del reggimento e in parte aperto al pubblico.
I fantasmi del castello
L’amore dei sovrani d’Italia per il Castello sembra aver attirato delle forze paranormali all’interno della struttura. Secondo una leggenda, sembra che il fantasma della “Bella Rosin”, ovvero Rosa Vercellana, amante e successivamente moglie di Vittorio Emanuele II di Savoia, vaghi ogni notte lungo il perimetro del muraglione di cinta del Castello, turbando il sonno dei Carabinieri che abitano quelle mura. Sembra inoltre che il Re sia rimasto legato a questo posto. Alcuni hanno raccontato di aver udito il rumore di una carrozza nelle gallerie sotterranee che collegavano la residenza alla Cittadella di Pietro Micca.