Il Castello della Manta, ora sotto la tutela del Fondo Ambiente Italiano (FAI), sorge maestoso su un’incantevole altura non lontano dal paese che porta il suo nome e dalla città di Saluzzo, situata nella provincia di Cuneo. Questo luogo magico e avvolto nel mistero è la dimora eterna di almeno tre presenze spettrali.
Le antiche leggende raccontano di una Dama Bianca che si aggira per il castello fin dal 1200, dopo essere stata ingannata e uccisa dal proprio consorte. Questa donna, famosa per la sua ferocia e i suoi numerosi amori, quando si stancava dei suoi ammiratori, li condannava a una fine orribile in un pozzo. I parenti delle vittime informarono il signore del castello dei crimini della sua consorte. L’uomo andò su tutte le furie e ideò un ingegnoso piano di vendetta: negò acqua ai suoi cavalli per giorni, prevedendo che la dama sarebbe partita in carrozza una volta giunto il disgelo.
Come previsto, quando la carrozza attraversò un fiume, i cavalli, attratti dall’acqua, precipitarono, condannando tutti gli occupanti a un destino fatale. Si dice che lo spirito della Dama Bianca si aggiri tutt’ora al terzo piano del castello, giocando scherzi ai visitatori e lasciando nell’aria un delicato aroma di gelsomino.
Un altro fantasma noto tra le mura del Castello della Manta è quello di un giovane innamorato delle arti magiche e delle erbe. Il ragazzo conquistò il cuore della figlia del padrone. La loro storia d’amore venne scoperta e la giovane venne mandata in convento. Il giovane, devastato dal dolore, decise di terminare la propria vita gettandosi da uno dei torrioni. Si racconta che il suo spirito vaghi ancora tra i giardini e le mura, in cerca della sua amata perduta.
L’ultima presenza è quella di una contadina devota al suo lavoro nelle cantine del castello, dove curava le botti di vino. Profondamente innamorata dello scudiero del padrone, la sua vita cambiò tragicamente quando lui e il padrone morirono assassinati da un gruppo di briganti. Distrutta dalla perdita, la giovane si rinchiuse in cantina, lasciandosi morire. Molti visitatori sostengono di averla vista nelle notti primaverili. Sembra che indossi un cappello di paglia e che vaghi vicino alla cantina, mentre piange ancora la perdita del suo amato.
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