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Bagna càuda, il piatto reso famoso da un giornalista torinese

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La bagna càuda, o caôda in piemontese, è un piatto tradizionale piemontese che suscita emozioni contrastanti: ecco le sue origini

La bagna càuda – nota anche come caôda in piemontese – è tanto amata quanto odiata, principalmente a causa dell’aglio, uno dei suoi ingredienti principali, che non tutti tollerano, ma che molti apprezzano. Nonostante ciò, è proprio l’aglio che ha contribuito alla scarsa documentazione storica di questo piatto tradizionale piemontese. In origine chiamata anchoade, la “salsa calda” giunse in Piemonte dai mercanti astigiani che cercavano sale alle foci del Rodano. Dato che il sale era gravato da dazi elevati, i mercanti lo coprivano spesso con un altro ingrediente fondamentale della bagna càuda: le acciughe.

In poco tempo, la bagna càuda divenne un pasto tipico del basso Piemonte, dell’Astigiano, dell’Alessandrino e persino del Torinese. Tuttavia, l’odore e il sapore dell’aglio impedirono al piatto di ottenere successo tra le classi nobili e abbienti, relegandolo alla tradizione popolare per molti secoli. Solo grazie a Roberto Sacchetti, uno scrittore, giornalista e avvocato torinese, la bagna càuda acquisì fama a livello internazionale.

Bagna càuda, il piatto reso famoso da un giornalista torinese
Immagine da: Wikimedia

Un piatto famoso a livello mondiale

Nato a Torino nel 1847, Sacchetti descrisse per la prima volta la bagna càuda nel 1875, esattamente con il nome e la ricetta attuale, dopo averla gustata a Montechiaro d’Asti, la città d’origine della sua famiglia. Nonostante abbia conseguito una laurea in legge e sia diventato avvocato a Milano, Sacchetti ha anche lavorato come giornalista per il Pungolo e per il Risorgimento. Subito dopo, rientrò a Torino e diventare cronista per la Gazzetta Piemontese. Successivamente, fu inviato come corrispondente parlamentare a Roma, dove morì di tifo nel 1881.

Oggi la bagna càuda è un piatto riconosciuto a livello mondiale come un’eccellenza piemontese. Ha una ricetta “canonica” depositata nel 2005 presso un notaio di Costigliole d’Asti. La fama di questo piatto ha persino oltrepassato i confini terrestri, essendo menzionato in alcuni episodi della serie televisiva americana Babylon 5, in cui uno dei protagonisti cerca di prepararlo nella stazione spaziale in cui si svolge la storia.

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Wikipedia

Redazione

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