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Torino – Il comune fa dietrofront con i ROM e li ospita (a spese dei cittadini)

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Il Comune di Torino disattende il protocollo d’intesa sul superamento dei campi ROM.

Grave comportamento da parte del Comune di Torino, dopo che nei mesi antecedenti il COVID si era dichiarato favorevole a lavorare in accordo con la Regione Piemonte per iniziare il processo di superamento dei campi ROM.

Il Comune ha scelto unilateralmente politiche assistenzialiste elaborate senza dialogo con la Regione. Ha spostanto i ROM dal campo di via Germagnano facendoli accampare in piazza D’Armi. Mossa moloto sgradita ai cittadini che da un giorno all’altro si sono trovati un nuovo campo rom sotto casa.

In dubbio i fondi regionali al progetto.

“È intenzione della Regione Piemonte lavorare per un superamento dei campi nomadi presenti sul territorio – afferma l’assessore alla sicurezza Fabrizio Ricca. Per questo motivo, tra le altre iniziative intraprese, la Regione ha anche deciso di firmare un protocollo d’intesa con il Comune di Torino per andare in questa direzione.

Nelle intenzioni dichiarate e sottoscritte tra tutti i soggetti aderenti a questo protocollo c’era quella di far nascere un tavolo di lavoro stabile e un gruppo di Project management, con membri indicati dai firmatari dell’intesa, per elaborare una strategia comune di azione. Ci spiace constatare, però, che mentre il tavolo e il gruppo non hanno mai iniziato la loro missione, il Comune di Torino ha deciso di portare avanti politiche di assistenzialismo non concordate con gli altri attori coinvolti, Regione compresa. Politiche come quella che vede un’erogazione di mille euro per abbandonare il campo di via Germagnano.

Piazza d’armi prima dell’arrivo del campo Rom

L’obbiettivo era superare i campi rom, ma il comune non ha mantenuto la parola

Strategia che, ci spiega anche la cronaca odierna che vede nuclei familiari allontanati dal campo accampati in piazza D’Armi o in altre zone di Torino. Questa non ha sortito effetti positivi e non è stata concordata con le altre istituzioni che si sarebbero dovute sedere al tavolo. Una gestione unilaterale del problema da parte del Comune di Torino non combacia con l’accordo firmato. Mette in discussione il contributo economico che la Regione Piemonte avrebbe dovuto erogare. La Regione, infatti, prima di investire soldi della collettività, vuole verificare che lo stanziamento non produca soltanto effetti simili a quello dell’assistenzialismo da mille euro ma porti a un vero superamento del problema.

Per il futuro non possiamo che auspicare un modo di procedere collegiale come quello che venne applicato per il superamento del Moi. Un approccio che, siamo convinti, avrebbe portato risultati più duraturi e sistemici.

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